Libertad!

“Per Parigi non ci sarà mai fine”, scriveva Hemingway e soprattutto per la Parigi degli anni ’30 si sarebbe tentati di aggiungere dopo aver letto “Libertad!” di Dan Franck, quasi […]

“Per Parigi non ci sarà mai fine”, scriveva Hemingway e soprattutto per la Parigi degli anni ’30 si sarebbe tentati di aggiungere dopo aver letto “Libertad!” di Dan Franck, quasi un equivalente cartaceo del “Midnight in Paris” di Woody Allen.

Scorrono le pagine e siamo in un mondo unico e irripetibile, in cui l’Arte sembra aver trovato un luogo e un’epoca d’elezione in cui far convenire tutti i suoi rappresentanti, in cui si poteva andare a trovare Andrè Gide, vedere le liti fra Andrè Breton e Louis Aragon e ascoltare i deliri onirici di Salvador Dalì. Senza citare Henry Miller, George Orwell e decine di altri poeti, pittori, artisti di ogni genere e formazione, tutti abitanti e passanti nella capitale francese, luogo di arrivo, di partenza, di eterno ritorno.

È da lì che si partiva per andare a Mosca, per andare a Madrid, per andare a New York.

A Mosca con Prevert, con Gide e i surrealisti per scoprire il paradiso agognato, esaltato che una volta scoperto sarebbe diventato lo scoglio dell’infrangersi di certezze e di sogni e anche di tante amicizie irrimediabilmente compromesse fra chi voleva chiudere gli occhi e chi non poteva non parlare. A Madrid con Malraux ed Hemingway e con tutti coloro che smisero la penna per imbracciare un fucile, consapevole che dietro la guerra di Spagna avanzava l’ombra del nazismo in Europa. A New York con Dalì, a scandalizzare la borghesia americana. E tornare sempre a Parigi, dove agli scritti si intrecciavano liti furibonde, l’abbandono di letti e la conquista di altri, incolmabili differenze e affinità elettive, una Parigi impegnata e superficiale, ormai passata ma senza fine.

Franck Dan – Libertad!
Gli Elefanti Saggi
€ 9.50 – ISBN 9788811680734

Giovanni Sollazzo

Vorrebbe fare lo storico e intanto conosce le date di nascita di chiunque, cerca di leggere ogni volta che ne ha il tempo e vedere ogni film che sia stato fatto (tranne quelli che finiscono troppo male), anche muto.

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