Up by Jawbone e la healthy life

Sono in superfissa con lo sport in questo periodo. No, la prova costume non c’entra nulla. Si tratta semplicemente di una spiccata sindrome del quasi trentatreenne. Stare seduto tutto il […]

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Sono in superfissa con lo sport in questo periodo. No, la prova costume non c’entra nulla. Si tratta semplicemente di una spiccata sindrome del quasi trentatreenne. Stare seduto tutto il giorno davanti a un semiepilettico 24” con vari mix di incrociamento gambe non fa bene né all’autostima né tanto meno al fisico. Metteteci pure che ormai i tempi per riprendermi dalle fughe di gomito si sono dilatati notevolmente, così come le ore di sonno prima di potermi dire davvero lucido in una mattina di lavoro ed eccomi qua pronto a dedicarmi allo sport almeno tre volte a settimana. Bici (effigurati!), corsa, due sanissimi quanto sporadici calci al pallone e quando ho proprio voglia di qualcosa di esotico vado a rischiare le ossa sulle piste da sci.
La mia mania di benessere però non si ferma qui, anche il cibo vuole la sua parte: così la pianto con maiale sotto forma di piadina ingurgitato tutte le volte che posso e cerco di dare un pizzico più spazio a carni bianche e yogurt a metà mattinata.
Stare davvero dietro a tutte ‘ste cose però è una faticaccia, non sono tipo che si ricorda di accendere le varie app prima di andare a correre né di compilare fogli (fucking) excel quando si siede a tavola. Ma per fortuna ho scoperto che c’è qualche meraviglia, chiamarlo qualcosa è davvero riduttivo, che se ne occupa al posto mio. Si tratta del superintelligente Up di Jawbone. Me ne sono procurato uno per poco più di un mesetto e, beh, ha davvero preso il pieno controllo sul mio stato fisico.
Vi spiego in due parole in cosa consiste usare Up. Prima di tutto stiamo parlando di un braccialetto pieno di tecnologia, come la borsa che mi porto dietro quando vado a Catanzaro, tutto avvolto nella plastica colorata, come i Giardini di San Leonardo a Catanzaro, che ti tiene d’occhio giorno e notte, come mia mamma che vive a Catanzaro. Già perché, tutta questa armonia di microchip e circuiti elettrici è orientata a calcolare ogni piccolo movimento che fai con lui al braccio. Up è sensibilissimo, conta i tuoi passi, capisce quanto tempo stai seduto sulla sedia o quanto è agitato il tuo sonno. Grazie all’aiuto della sua fida compagna, l’App Up per smartphone, può essere regolato e riesce a passarti tutti i dati delle tue giornate stimolandoti a Goal sempre maggiori. Basta solo collegarlo al telefono con il suo minijack (ancora per poco perché è in arrivo anche in Italia Up 24 dotato di Bluetooth).

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Ma non si tratta solo di conteggi passivi, Up ti regala anche un paio di piccole funzioni indispensabili: un ottimo allarme che ti avvisa quando il tuo pomeriggio sta diventando troppo sedentario, un semplice avviso quando stai seduto da troppo tempo. Oppure una fantastica vibrazione che saprà svegliarti delicata come un soffio di vento fra le lenzuola. Anche il conteggio degli allenamenti grazie alla possibilità di collegare Up con applicazioni sportive come Runtastic o Strava. Vi dirò, io ho usato il Tecnobracciale soprattutto per le mie corse in bici e forse non è proprio precisissimo. Già perché in fin dei conti Up non ha in sé né un GPS né un vero e proprio contachilometri, tutto è basato sul movimento del polso che riesce a dare carica agli ingranaggi che passano poi sul telefono. Vabbé, certo sicuramente se volevo un Garmin provavo un Garmin ma non mi godevo né sveglia né contasonno. Per le mie pedalate giornaliere però è più che abbastanza: clicchi a fondo l’unico pulsante di Up e attivi la sessione di allenamento, pedali da casa a lavoro, dall’agenzia alla scuola di tedesco, dal bar al biciclettaio e tutto rimane nella memoria elefantesca di Up. Attacchi poi il minijack all’iPhone e puf la tua attività diventa il tuo giro in bici che verrà segnalato a tutti gli invidiosi follower che per quel giorno si sono dimenticati di segnare la graziellata sull’App più famosa per i ciclisti: Strava appunto. Perfetto!

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Non dimentichiamo poi il monitoraggio del cibo: basta fare foto al codice a barre delle M&M’s che stiamo mangiando o inserire manualmente il Filetto alla Wellington di pranzo e la nostra dieta non avrà segreti.
Beh, Up di Jawbone non basterà a liberarvi di sedie girevoli e tappetini del mouse con appoggiapolsi, però è sicuramente uno stimolo interessante per darvi una mossa, anche solo per scendere nel cortile dell’ufficio a prendere un pizzico di sole in faccia, ora che si può.

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