Idee made in Kartell – Intervista a Lorenza Luti

La sedia Ghost di Philippe Starck, la lampada Take trasparente in diversi colori, sono sicuramente gli oggetti Kartell conosciuti da tutti. Forse non tutti sanno però che questo brand storico italiano […]

Idee made in Kartell – Intervista a Lorenza Luti

La sedia Ghost di Philippe Starck, la lampada Take trasparente in diversi colori, sono sicuramente gli oggetti Kartell conosciuti da tutti. Forse non tutti sanno però che questo brand storico italiano ha dato vita dagli anni 60 in poi a tante innovazioni, ad esempio Kartell è stato il primo ad introdurre stoviglie e accessori in plastica, molti dei quali vincitori di grandi premi internazionali del design. Un esempio? Il classico secchio in plastica che regna nei rispostigli di tutte le nostre case! Tornando al presente, visto che siamo in pieno periodo natalizio e molti di voi sono a caccia di regali, vi presentiamo 3 nuovi oggetti della collezione autunnale di Kartell che potrebbero diventare i vostri prossimi regali da fare o  da ricevere. A raccontarceli è direttamente Lorenza Luti, direttrice marketing di Kartell, che abbiamo avuto modo di incontrare ed intervistare.

Polkadot: Lorenza, vuole introdurre e raccontare ai nostri lettori gli ultimi arrivi in casa Kartell, ovvero il comò Ghostbuster e l’orologio entrambi di Philippe Starck, e  la lampada Bloom di Ferruccio Lanviani?

Lorenza Luti: “certamente, la consolle Ghostbuster è un oggetto molto importante per Kartell ed è finalmente disponibile nei negozi. Siamo stati i primi, 11 anni fa, a portare la trasparenza nel mondo dell’arredamento e questa consolle è l’ultima creazione che segue questo filone, ma per la prima volta si tratta di un oggetto diverso rispetto a tavoli e sedie, è quindi destinato ad un ruolo differente in casa. Dietro il comò però c’è anche una grande innovazione tecnologica in termini di produzione, Ghostbuster è un unico monoblocco e viene prodotto con uno stampo ad hoc molto grande. L’altra novità è la lampada Bloom di Ferruccio Lanviani, l’idea di partenza era ” avere un mazzo di fiori sul tavolo” e così è nata questa lampada molto divertente ed ironica, composta da piccoli fiorellini trasparenti incastonati tra loro e disponibili in bianco, nero o colorati. Infine, abbiamo presentato il primo orologio di Kartell by Philip Starck, ed anche questo è un accessorio nuovo per il brand che sta esplorando nuovi territori come il  complemento d’arredo”.

Polkadot: le collaborazioni con Philip Starck o Ferruccio Lanviani, che sono collaboratori storici di Kartell, sono collaborazioni con personaggi influenti dalla grande personalità ed il grande estro, come si riesce a coniugare la tradizione e l’essenza del brand con la creatività di questi artisti?

Lorenza Luti: “l’obiettivo di Kartell  è sempre stato quello di creare un team di designer capace di entrare veramente nella filosofia dell’azienda e capire quali sono le basi fondamentali per dar vita ad un nuovo prodotto Kartell. Con questo presupposto, ogni prodotto viene vestito non per essere parte di un ambiente ma per avere una propria personalità, ed è qui che il designer si esprime con nuove forme o nuovi materiali. Kartell mette a disposizione dei suoi artisti tutto il know how nei materiali e nelle tecnologie e i designer, che spesso provengono da paesi diversi, portano con se la loro cultura e la loro energia”.

Polkadot: Il design oggi ha allargato notevolmente i suoi orizzonti, dimostrando che è possibile produrre degli oggetti interessanti con un approccio cheap alla produzione. Un’azienda come la vostra, di fronte a questo cambiamento e quindi all’accessibilità del  design (Ikea docet) come si pone, e soprattutto dove sta il vero valore di un oggetto a prescindere dal suo costo che non è più una discriminante?

Lorenza Luti: Per noi il design è qualcosa di industriale, noi siamo un’azienda a produzione industriale e questo ci permette di produrre in grandi quantità e quindi di offrire sul mercato oggetti con un giusto rapporto qualità / prezzo. Penso che nel design non ci debbano essere pezzi unici, quella è arte. Nel design è importante che gli oggetti siano accessibili a tutti e quindi riprodotti in serie. E Kartell esprime pienamente questa essenza del design industriale”.

Polkadot: In due parole, con un pò di poesia, qual è la vision Kartell del prossimo futuro?

Lorenza Luti: “l’anima dell’azienda è fatta di materiali plastici, di tecnologia e ovviamente di design”.

Polkadot: E l’ecosostenibilità? Necessità o valore?

Lorenza Luti: “Spesso tutti incriminano la plastica ma ingiustamente, tutto dipende da come si lavora. Noi usiamo plastica di prima qualità e tutti i materiali impiegati da Kartell sono al 99% riciclabili, ma soprattutto il processo della nostra produzione è molto pulito perchè non facciamo tagli o incisioni. Per questo ci teniamo sempre a raccontare la nostra storia”.

Polkadot: C’è sempre di più un’attenzione da parte delle aziende di design verso i blogger. Come mai?

Lorenza Luti: “Di quello sono io la responsabile (sorrirde). Kartell è un’azienda giovane, e noi che ne facciamo parte utilizziamo internet come fonte di ispirazione e notizie, il mondo dei blogger ha un approccio più fresco e giovane rispetto al giornalismo tradizionale e questo ci piace molto”.

Polkadot: Un’ultima domanda per concludere, come mai la scelta di Kartell di entrare nel mondo del design di scarpe?

Lorenza Luti: “Perchè come ho detto prima Kartell lavora con la plastica e questo ci permette di produrre tanti oggetti diversi. Ci è capitata questa opportunità, ed il brand l’ha colta seguendo sempre la sua filosofia di innovazione. Ci è sembrata una scelta coerente e poi avendo numerosi store nel mondo avere una varietà cosi ampia di prodotti ci completa sicuramente”.

Polkadot: grazie mille Lorenza e buon lavoro!

Se volete approfondire la conoscenda di questo storico marchio italiano e vivete a Milano e dintorni vi consigliamo una visita al Kartell Museum!

Mariella Tilena

Nella vita ho ricevuto due doni: una buona scrittura e una buona dose di curiosità. Forse avrei voluto ricevere anche il dono artistico del musicista, perchè le note per me valgono più di mille parole. Allora uso spesso la tastiera per raccontare di musica... ma non solo.

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