ANLT Preview: Niagara, il duo italiano fuori dagli schemi

Continuiamo il percorso di avvicinamento a quella che sarà la terza edizione di A Night Like This, festival di musica indipendente che si terrà il 19 luglio sulle sponde del […]

Continuiamo il percorso di avvicinamento a quella che sarà la terza edizione di A Night Like This, festival di musica indipendente che si terrà il 19 luglio sulle sponde del lago Sirio a Chiaverano, a metà fra Torino e Milano. Polkadot vi regala due biglietti per questo evento quasi unico nel suo genere, correte a scoprire come vincerli.
Fra le tante band presenti, tralasciando gli headliner (gente del calibro di Austra, Slow Magic, Soft Moon), una in particolare ha stuzzicato il nostro interesse, vuoi per le sonorità di difficile categorizzazione che per la personalità dei suoi componenti che, come leggerete, sono artisti a tutto tondo. Stiamo parlando dei NIAGARA, duo torinese formato da Gabriele Ottino e Davide Tomat. Il loro primo album, Otto (come le tracce che lo compongono), è uscito nel 2013 ed è stato accolto molto bene da critica e pubblico.

NIAGARA DTIP 2014

Abbiamo avuto modo di scambiare qualche parola con loro due per cercare di capire chi sono e che musica fanno. Forse non ci siamo riusciti pienamente, ma sicuramente ci siamo fatti un’idea più precisa.

Vi hanno definiti gli “Animal Collective italiani”: vi ritrovate nella definizione?
Gabriele: Era un complimento? Suonava meglio : “gli Animal Collective sono i Niagara americani”.
Davide: Personalmente adoro l’approccio libero fresco e sperimentale degli Animal Collective…Hanno creato un nuovo mondo sonoro mescolando le loro influenze ed una buona dose di follia creativa.
Sarebbe interessante essere definiti gli “Animal Collective italiani” se in qualche modo implicasse il fatto che stiamo facendo un percorso creativo simile ma se invece siamo stati definiti così da qualcuno a cui ricordiamo la loro copia sbiadita di Cumiana, allora non mi ritrovo nella definizione.

Siete un gruppo ancora giovane, ma parecchio apprezzato da parte degli addetti ai lavori. Secondo voi perché? Personalmente vi troviamo inafferrabili, di difficile categorizzazione. Non è un male, ma di sicuro è qualcosa che crea un certo spaesamento. È una cosa voluta o siete ancora in cerca di un’identità precisa?
G: La musica è inafferrabile, cerchiamo semplicemente di seguirne la natura. Certo che in un paese che ancora fatica a sganciarsi dalla forma canzone è sempre difficile non essere fraintesi ed essere ascoltati per ciò che siamo senza alcun tipo di preconcetto o criticismo legato alla fruibilità di ciò che fai. Rischi poi sempre di risultare snob ma contrariamente a quanto possa sembrare noi siamo davvero umili e sinceri così come la nostra musica. Anche la nostra musica come quella di Eros o del riesumato Max parla di cose semplici, mossa da un forte legame con la vita di tutti i giorni, l’elenco della spesa, le impennate in moto, la ricerca della verità nella figa.
D: È sempre stato importante per me non rientrare in nessuna categoria…Evidentemente ci piace essere “inafferrabili”…Ha a che fare con la libertà creativa. Le idee sono inafferrabili: cambiano si evolvono, tornano indietro, riscappano, vanno da qualche altra parte e si evolvono in modi inaspettati…Imbrigliarle significa trasformarle in ideologie e categorizzarle.

Il 7 settembre vedrà la luce la vostra nuova fatica “Don’t Take It Personally”. Come sarà? Affermate di avere sempre un’idea dietro la vostra musica, in questo caso vi soffermate sul rapporto fra natura e tecnologia. A che conclusioni siete giunti? Com’è il vostro rapporto con le macchine, anche e soprattutto in relazione a come producete e suonate?
G: La tecnologia è natura. Questa è la nostra risposta ad una delle questioni più spinose della nostra era. Il timore che abbiamo nei confronti della tecnologia ci impedisce di utilizzarla a favore dell’uomo e più in grande della natura stessa. La tecnologia non è il male. Noi siamo il male. Lo stesso timore per la tecnologia lo si percepisce tra il vociare dei musicisti più superficiali. Non prendetela sul personale ma tornate a percuotere le pietre a questo punto.
Ah, ovviamente il disco è una bomba!
D: Rendere comprensibile quello che sentiamo e che è nelle nostre teste. Rendere comprensibile quello che apparentemente non lo è. Riguardo alle macchine: sono mezzi,come qualsiasi altro strumento o oggetto che produce vibrazioni…Potessimo useremmo tutti gli strumenti del mondo ma non è così facile accede ad una tale collezione di oggetti che producono suono…Così come se potessimo registrammo ogni disco in qualsiasi parte del mondo perché ogni luogo ha le sue vibrazioni. Riguardo al rapporto fra natura e tecnologia, la ricerca è sempre la stessa: trovare l’armonia fra le due parti.

Domanda cliché: quali sono le vostre influenze ed il disco che suona continuamente nelle vostre cuffie?
G: http://deerwaves.com/mixtapes/12-niagara-well-tuned-splash
Si può o è concorrenza? (sono amici, ndr)
D: Senza ombra di dubbio il minimalismo di La Monte Young, Terry Riley, Steve Reich e Philip Glass con una grattatina psichedelica dei Pink Floyd e una spolveratina elettronica dei Boards of Canada.
Al momento nelle mie cuffie stanno girando Tim Hacker, Ben Frost, Actress, Oneohtrix Point Never e Patten.

Gabriele è anche regista: quanta importanza ha per voi il lato visivo? E qual è l’immaginario che volete comunicare prima con la musica e poi con le immagini? Su Noisey si dice del vostro “Currybox”: “La storia del video è quella di una scatola e di due barbe e il senso sta tutto lì. O forse no?”
Sì o no?

G: Le parole che meglio possono legare la mia produzione video a quella musicale di Niagara sono Loop, Interferenza ed Errore in quanto slancio evolutivo. Lascio a voi l interpretazione in modo da alimentare l’idea dell’ inafferrabilità che gira attorno a Niagara.

Quali sono i poster appesi nella vostra cameretta?
G: John Lennon, Marcel Duchamp e Maria de Filippi.
D: Cicciolina e Moana ai Mondiali in Senato 2014.

A Night Like This Festival sarà un festival a km prossimo allo zero per voi e pare anche per il cibo. Escludendo la bagna cauda, qual è il vostro cibo km 0 che vi sentite di consigliare agli spettatori del festival?
G: Grappa tutta la vita!
D: C’è la zuppa di cipolla e aglio?

Quali gruppi andrete a sentire durante il festival?
G: Cercherò di guardarmeli tutti.
D: Spero di riuscire a vederne il più possibile e ammetto di essere curioso di riascoltare i Soft Moon che live non sono affatto male e His Clancyness.

Mistero risolto? Non proprio. Andate a farvi un’idea al A Night Like This Festival e fateci sapere.

NIAGARA DTIP 2014
Photo by Alice Guarini e Leana Cagnotto

Gianvito Fanelli

Pugliese, ho vissuto a Milano per dieci anni prima di tornare in Puglia. Sono un designer. Ho una newsletter, colazione.email, e un progetto su Instagram @vita________lenta

Apulian, I lived in Milan for ten years before returning to Puglia. I am a designer. I have a newsletter, breakfast.email, and a project on Instagram @vita________lenta.

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