Locus Festival: il report del secondo weekend
Nel primo fine settimana di un agosto mai così tiepido il Locus Festival ha bissato il successo del weekend precedente con due eventi più unici che rari. Sabato 2 agosto, […]
Nel primo fine settimana di un agosto mai così tiepido il Locus Festival ha bissato il successo del weekend precedente con due eventi più unici che rari. Sabato 2 agosto, dinanzi ad una gremitissima Piazza Aldo Moro, i Calibro 35, uno dei più acclamati gruppi italiani in circolazione, hanno presentato il suggestivo spettacolo “Indagine sul cinema del brivido in Italia” per la terza volta in carriera e per la prima volta al Sud, a distanza di quasi tre anni dall’esordio al Teatro Dal Verme di Milano e di un anno dal bis al Teatro della Pergola di Firenze. Il giorno seguente, nella medesima location, è andata in scena una vera e propria prima nazionale marchiata Locus: l’originale e atteso connubio tra DJ Gruff e Gianluca Petrella. Due serate a dir poco imperdibili.
Calibro 35 (a cura di Livio Ghilardi)
Devoti al recupero archeologico delle colonne sonore dei poliziotteschi italiani degli anni ’70 e alla creazione di ineccepibili falsi d’autore di medesima fatta, con lo spettacolo “Indagine sul cinema del brivido in Italia” i Calibro 35 hanno deciso invece di ripercorrere le gesta sonore di alcune delle più celebri pellicole thriller-horror, in un viaggio musicale lungo venti tracce a cavallo tra il 1968 (“Un Tranquillo Posto di Campagna” di Elio Petri, musicato da Ennio Morricone) e il 1981 (“Cannibal Ferox” di Umberto Lenzi, musiche di Budy Maglione). Ad accompagnare il quartetto sul palco – composto dal tuttofare Enrico Gabrielli, dal chitarrista Massimo Martellotta, dal bassista Luca Cavina e dal batterista Fabio Rondanini – e Tommaso Colliva dietro al banco del mixer un’inedita formazione allargata in cui, tra fiati, archi e percussioni, spicca il theremin di Vincenzo Vasi. Dall’incipit con “Casa dalle finestre che ridono” in poi i talentuosi musicisti di stanza a Milano eseguono i temi musicali dei film di Lucio Fulci, Mario Bava, Ruggero Deodato e, ça va sans dire, Dario Argento. Pezzi dalle connotazioni stilistiche più disparate per una scaletta in cui è più che legittimo trovare il free-jazz frenetico di “Trafelato” (da “Giornata Nera per l’Ariete”), il funk venato di disco di “Cannibal Ferox”, le dolci orchestrazioni di “Cannibal Holocaust” o ancora la ballata “Quei Giorni Insieme A Te” da “Non Si Sevizia Paperino”, originariamente cantata da Ornella Vanoni e reinterpretata in concerto dalla voce di una bravissima Serena Altavilla. La chiusura ideale del concerto è un sapiente medley di alcuni passaggi della colonna sonora di “Profondo Rosso”, realizzata nel 1975 dal compianto Giorgio Gaslini ed allora eseguita dai Goblin: la nenia infantile “Lullaby Song”, l’irruenta “Death Dies” e il celeberrimo main theme fanno calare il sipario su un’esibizione impeccabile nella tecnica, nobile negli intenti e seducente nei confronti del pubblico. L’unico bis è “La Morte Accarezza A Mezzanotte” dall’omonimo film, già contenuta nel secondo album della band. Lunghi minuti di applausi e numerosi inchini da parte dei musicisti in una serata dall’inestimabile valore storico.
DJ Gruff e Gianluca Petrella (a cura di Gianvito Fanelli)
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