C’è qualcosa di irresistibile nel modo in cui alcune icone del passato tornano oggi con nuova energia. La sneaker a suola in crepe, i richiami alle runner anni ’70, i colori polverosi che evocano pellicole analogiche e foto un po’ sfocate: tutto sembra familiare, ma allo stesso tempo fresco. È da questo cortocircuito tra memoria ed evoluzione che nasce Puraai, brand fondato dai designer italiani Federica Murer e Emiliano Aiardi, cui si è aggiunto nel 2023 Andrea Redi per guidare la crescita del progetto.
L’idea parte da un dettaglio minuscolo: un ideogramma giapponese trovato su una bottiglia di plastica riciclabile durante un viaggio a Tokyo. Quel simbolo – parte del carattere giapponese che indica “riuso” – diventa logo e manifesto. Nasce così il nome Puraai, che fonde pura (plastica) e ai (amore), dichiarazione di intenti e identità visiva.
Il risultato? Un marchio che non vuole essere soltanto sneaker, ma un modo di vivere e percepire l’estetica quotidiana. Le forme strizzano l’occhio all’heritage sportivo – impossibile non pensare alle Gazelle o alle storiche runner americana – ma si evolvono in volumi contemporanei, suole spesse e palette pastello accostate a tinte naturali. Il tutto con un comfort studiato “al millimetro”, perché le scarpe devono farsi amare dal primo giorno.
I modelli più rappresentativi? La Polly Evergreen, con il suo bianco-verde dal gusto classico, la versione Vintage in nylon riciclato e pelle bio-based, e le chunky con suola crepe che stanno definendo l’identità del marchio. A completare l’universo Puraai arrivano borse, charms, gioielli e persino cowboy boots: un’espansione che parla di lifestyle e micro-oggetti capaci di raccontare un’appartenenza.

La crescita è stata rapida e decisamente internazionale. Dalla prima collezione nel 2022, il brand è oggi distribuito in oltre 350 store in Europa, con punti vendita di culto come Merci Paris e Le Bon Marché. Una community che riconosce in Puraai non un mero trend sneaker, ma un’estetica “quiet cool” che conquista per sottrazione: niente loghi urlati, niente hype effimero, solo forma, cura e narrazione.


Alla base c’è un’idea semplice: recuperare ciò che ci piaceva ieri e trasformarlo in qualcosa che ameremo domani. Magari passeggiando tra le calli di Venezia o tra le vie di Shibuya, con ai piedi una scarpa che sembra nata in entrambi i mondi e che, nel suo piccolo, sta costruendo il proprio linguaggio. Scopri tutta la collezione sul sito ufficiale.



