Ultrademon interview

Ultrademon, che nella vita di tutti i giorni si chiama Albert Redwine, è una delle figure più affascinanti del panorama musicale degli ultimi anni. Nel 2011 ha pubblicato Seapunk Mix […]

Ultrademon, che nella vita di tutti i giorni si chiama Albert Redwine, è una delle figure più affascinanti del panorama musicale degli ultimi anni.
Nel 2011 ha pubblicato Seapunk Mix Volume 1, da lì ha dato il là ad una cultura musicale ed estetica che ha spopolato prima nel mondo virtuale e poi in quello reale.

Abbiamo avuto il piacere di parlare con Albert in occasione della sua prima volta in Europa, guest del London Loves al Plastic di Milano.

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Sappiamo che coltivi funghi esotici. Perché e come li coltivi?
I funghi hanno effetti medicinali benefici e fanno bene. C’è un rapporto più profondo fra noi e i funghi, alcuni credono che vengano da altri pianeti, che si possano usare per comunicare con gli alieni oppure come droghe. Li ho sperimentati in passato per questo scopo, ora non mi interessa più; penso siano uno strumento molto potente che le persone possono usare, così come il cibo organico o vegano, vista la difficoltà di reperire cibo fresco e di buona qualità.

Le grafiche Seapunk di Kevin Heckart sono state copiate da Proenza Schouler e da altri famosi marchi, varie pop star come Rihanna sono improvvisamente diventate Seapunk. Questo fatto lo vivi come una celebrazione del Seapunk o come un plagio?
Penso sia un buon modo di ricordare alle persone come funzionano le cose se sei un artista. Non importa quello che fai, se arte o musica. Se qualcuno ha un grande pubblico, risorse ed una compagnia dietro, se ne fregherà dell’artista e di quello che fa. L’hanno sempre fatto dall’inizio dell’industria musicale, ma anche per la moda.
Sono sistemi corrotti, se ne fregano delle persone e adorano delle altre senza alcuna ragione, le mettono su dei piedistalli e scelgono per te quale tipo di artista vuoi ascoltare.
Penso che il Seapunk mostri bene come funzionino le cose, ed è un vantaggio per chi lo conosce.

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Lady Gaga e Azealia Banks ormai sono delle “sirene umane”, ma poi la sirena è Seapunk?
Il Seapunk è qualcosa di più concettuale e profondo. Loro non hanno capito veramente la simbologia dietro. Se vuoi essere Seapunk, puoi esserlo, vivendolo giorno dopo giorno, come me.

Crediamo che Tumblr sia il social che ha inglobato più di tutti la cultura Seapunk, che rapporto hai con lui?
Penso che ogni social giochi un ruolo importante, Soundcloud, per esempio. Tumblr non penso abbia molto a che fare con quello che facciamo. Molte delle cose che trovi cercando “Seapunk” sono bambini che si divertono a fare memi. Ogni sito dà la possibilità di mostrare alle persone cosa facciamo, quindi vorrei dare più importanza a chi è impegnato a produrre contenuti di qualità.

Molti non riconoscono il Seapunk come una vera cultura ma più come una moda passeggera destinata a finire, tu credi che fra 20 anni si parlerà ancora di Seapunk?
Non lo so, penso di sì. Lo sta facendo già ora. Ho pubblicato un disco su una label incredibile, la Rephlex (di Aphex Twin ndr), perciò non vedo perché non se ne potrà parlare fra vent’anni. I contenuti che stiamo creando sono di buona qualità e possono resistere al tempo, ed in effetti, alla velocità a cui le cose si muovono di Seapunk si parla ancora ed è fuori da due-tre anni. Questo è abbastanza impressionante.

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Qual è la tua canzone elettronica 90’s preferita?
Non ho una preferita, ma la prima che mi viene in mente è “Can’t stop” dei Mellow Mellow con ritornello in organo, un pezzo house da club, solo sample in realtà (ride). Quel disco è molto bello. E poi dei Black Box “I Don’t Know Anybody Else”, ma la versione a capella, davvero bella.

Noi ti immaginiamo vivere dentro una grande conchiglia, come immagini un giorno la tua casa?
Wow! Ha diversi significati (ride). Stiamo risparmiando dei soldi perché vorremmo trasferirci in qualche zona calda, tropicale, tipo le Hawaii. Potrà sembrare ridicolo, ma è realistico: fanno parte degli USA, è fattibile e potrei mangiare frutti tropicali tutto il giorno. Se non alle Hawaii, senza dubbio in qualche zona tropicale.

Avrai sempre i capelli azzurri?
Non penso, ma per un po’ sì, solo perché è difficile non rovinare la mia testa. Mi piacciono, è un’affermazione culturale, è come dire che stai facendo quello che vuoi fare.

Thanks to London Loves, Plastic Milan

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