DISSONANZE 09. tra 120 e 130 bpm, good vibrations.

Roma. Venerdì 8 maggio. Tramonto. La terrazza dell’Ara Pacis trabocca. Affluenza massima al monumento romano che ospita la preserata della nona edizione di Dissonanze, il festival internazionale di musica elettronica […]

DISSONANZE 09. tra 120 e 130 bpm, good vibrations.


Roma. Venerdì 8 maggio.

Tramonto. La terrazza dell’Ara Pacis trabocca. Affluenza massima al monumento romano che ospita la preserata della nona edizione di Dissonanze, il festival internazionale di musica elettronica e d’avanguardia più atteso della penisola. Stampa, p.r., dj, addetti ai lavori e chi è riuscito ad ottenere l’invito. Una vetrina di saluti, chiacchiere e scambi per l’evento d’elite che precede lo spettacolo. Fermento e attesa per ciò che da lì ad un paio d’ore immergerà gli appassionati in un viaggio sonoro e visivo d’eccezione.

Ore 23. Eur. E’ presto per il popolo della notte. Poca fila all’ingresso. Controlli serrati. Varcato il recinto, il Palazzo dei Congressi, maestoso, illuminato con maestria e giochi di luce per l’occasione, toglie il respiro. Destinazione imminente il Salone, dove pochi minuti separano dall’esibizione di Moderat, sodalizio tra due pesi massimi del panorama elettronico, made in Berlin: Apparat e i Modeselektor, la performance che incuriosisce di più gli estimatori del genere, coloro che, oltre a lasciarsi travolgere, questa musica la assaporano.

Il Salone, palcoscenico di chi farà mattina ballando, è ancora vuoto, atmosfera sospesa, come prima di un temporale.Bene. C’è tempo per fare capolino nell’Aula Magna dove è in scena il post rock dei Mokadelic, sinfonie malinconiche dai suoni corposi, il gruppo che apre la sezione sperimentale e alternativa della manifestazione, unico uditorium seduto. Cresce la trepidazione e il desiderio di non mancare l’inizio di Moderat. A passo svelto per il lungo corridoio che separa le due ali del Palazzo, passando per i foyer affollati da sponsor e gadget colorati. Continua a leggere.

Salone. Luci rosse. Spazio immenso. Appare il trio sul palco e via. Ha inizio la meraviglia. Sonorità graffianti e coinvolgenti per un live set che unisce ricerca sul beat e propensione alla dancefloor, che fonde generi diversi per la creazione di un’alchimia perfetta. E i visual firmati Inside-us-all non sono da meno. Le aspettative si trasformano in emozioni. Senza parole. Lo spazio a poco a poco si riempie ed è la volta della techno from Detroit del pioniere Kenny Larkin. Corpi in movimento a beat irresistibili.

Parola d’ordine: dance! Pieno. Pubblico eterogeneo, adulti, ragazzini, “mostri” e non. La folla è ingestibile. Timo Maas alla consolle. E’ il momento di salire in terrazza, dove la suggestione dello scenario tocca i picchi massimi. Unica pecca che sia la prima area a chiudere. Degna di nota – così mi raccontano, vista l’impossibilità di essere in tre luoghi contemporaneamente – la performance di Daedelus, perla del venerdì notte a cielo aperto. Albeggia. Chiusura al femminile, affidata a Magda, talento della scena techno mondiale, che mirabilmente contamina con acid house e new wave, esprimendo una forte connotazione sperimentale e minimale.

Sempre Roma. Sabato 9 maggio.

Ore 23. Eur. Non c’è dubbio. Aula Magna, Bat for lashes, il progetto della cantante, musicista polistrumentale, compositrice inglese Natasha Khan. A piedi nudi incanta la platea al completo con percussioni coinvolgenti, voce leggera e carica scenica, evocando le splendide performance bjiorkiane.

Seguirà il progetto bizzarro e dissonante nel senso classico del termine del trio Micachu & The Shapes. Il pubblico si disperde ed è il momento per affacciarsi in Terrazza, prima di immergersi nelle sonorità di alto livello che si avvicenderanno nel Salone. Ai piani alti passaggio di testimone tra Buraka Som Sistema e Radioclit: musica etnica, con punte afro e latine, che, gusto personale, poco convince.

Tempo di un cocktail e Laurent Garnier chiama. Live set strabiliante. Tromba che strega. Il dj-producer francese miscela groove techno d’ispirazione Detroit ad elementi jazz, spaziando nella dubstep, nel funk, nel tri-pop. Musica dance “colta” che non consente la stasi. Il Salone risponde entusiasta ed è un crescendo con A Critical Mass il progetto di Ame, Dixon ed Henrik Schwartz, dj set virtuoso e trascinante, qualitativamente impeccabile. La dance floor è nel delirio.Al sound house-dub-techno futuristico di François Kevorkian la chiusura del festival.Ottima musica per gli amanti dell’elettronica a trecentosessanta gradi. Tutto il resto poco importa.

Ed ora, in attesa di Dissonanze 10, Roma si prepara a Gemma, il primo ed unico festival interamente dedicato alla musica elettronica italiana, che il 12 e 13 giugno, per il quarto anno consecutivo, punterà il riflettore sui talenti di casa nostra.

Stay tuned!!!!!

la nostra inviata, Elisabetta Mariani

Angelo Superti

Editor in chief e fondatore di Polkadot. Ingegnere, curioso e appassionato, da sempre spettatore dell'eterno duello tra razionalità e creatività, tra idee e limiti di tempo. La Puglia è la sua casa.

Potrebbero Interessarti

AW LAB STYLE ACADEMY POWERED BY ADIDAS ORIGINALS

4 masterclass per mostrare il proprio stile e la propria creatività

#REDENTORE2019

Storia e Suggestioni per la festa più spettacolare dell’Estate: il Redentore di Venezia. Swatch in laguna rinnova il suo legame con la Biennale.

Fuck Normality 2019

Fuck Normality nasce in Salento e da qualche anno ormai ha il suo epicentro al Sudestudio di Guagnano, studio di registrazione immerso fra gli ulivi secolari.

Ultimi Articoli

DESIGN

Un Viaggio nel Mondo del Design per Bambini con NOUI NOUI

Quando praticità e stile si fondono armoniosamente…

FASHION

I migliori brand di calzature per bambini

Una panoramica per scegliere al meglio…

KIDS

Tryco: Stile e Affidabilità per i più Piccoli

Innovazione, Sicurezza e Convenienza in un Solo Brand

Top