Alessandro Baronciani: dieci anni dopo il mio primo MI AMI

Alessandro Baronciani è un nome piuttosto noto a chi bazzica nel mondo dell’illustrazione o della musica. Le sue illustrazioni a campi pieni, spesso bicromatiche, sono entrate nell’immaginario del mondo musicale […]

Alessandro Baronciani è un nome piuttosto noto a chi bazzica nel mondo dell’illustrazione o della musica. Le sue illustrazioni a campi pieni, spesso bicromatiche, sono entrate nell’immaginario del mondo musicale grazie alle numerose collaborazioni con etichette come Universal, Mezcal e La Tempesta. Ma è dieci anni fa che c’è stato uno degli incontri sicuramente più piacevoli, quello con Rockit ed il festival MI AMI di Milano, diventato sicuramente il punto di riferimento nel panorama della musica italiana. Dopo aver esplorato gli stili e le personalità di altri importanti illustratori italiani, per celebrare il decennale, Rockit ha affidato nuovamente ad Alessandro l’arduo compito di rappresentare il tema del festival: l’amore, universale, senza distinzioni.

E lui l’ha fatto così.

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Alessandro sarà presente nello spazio dedicato ai fumetti ed all’illustrazione – MI FAI. Dal 6 all’8 Giugno, mentre sui palchi del Magnolia di Milano si esibiranno artisti del calibro di Ghemon, Pierpaolo Capovilla, Il Pan del Diavolo, Il Triangolo, Lo Stato Sociale, Tre Allegri Ragazzi Morti, Brunori SAS, Zen Circus, DJ Gruff, Fast Animals and Slow Kids, Nitro e tantissimi altri, altri undici illustratori daranno spettacolo con live painting e le passeggiate #backintime che ripercorreranno la storia del festival. Davide Toffolo, creatore del MI FAI e frontman dei Tre Allegri Ragazzi Morti, ritrarrà dieci fortunati estratti che parteciperanno online al concorso.

Abbiamo parlato con Alessandro per chiedergli un po’ di questo decennale: come è cambiato lui, com’è stato confrontarsi con questa ricorrenza e che musica ascolta, visto che col suo gruppo è stato protagonista al festival.

Ciao Alessandro, prima di tutto presentati ai nostri lettori. Cosa dovremmo veramente sapere di te?
Che mi piace disegnare, lo faccio da quando sono piccolo. Se i miei genitori non mi compravano i Lego io le disegnavo; se volevo ancora più puffi di quelli che possedevo disegnavo l’intero villaggio con tutte le case a forma di fungo e il bosco. Quel disegno ce l’ho ancora: su quattro fogli Fabriano messi in fila uno dietro l’altro e legati insieme dal nastro adesivo.

Com’è nata la tua passione per l’illustrazione e quando hai capito che poteva diventare qualcosa di più, un lavoro?
Sono arrivato a Milano con l’idea di lavorare disegnando. Un po’ di tempo fa per telefonare alle agenzie pubblicitarie o alle case editrici, o alla fidanzata che studiava a Bologna andavi in edicola, compravi un foglietto di carta per il telefono e poi dovevi andare alla ricerca di una cabina telefonica che funzionasse bene, che non fosse stata bruciata o che non fosse unta. Quelle al chiuso con le porte erano le migliori ma all’epoca erano già introvabili. La cabina perfetta era quella lontana da strade rumorose o dalle rimesse della croce rossa. Hai mai provato a litigare al telefono con la tua fidanzata con le ambulanze che uscivano di corsa a sirena spiegata?
Con le agenzie pubblicitarie lavoravo tantissimo, mi piaceva e imparavo cose che non sapevo. Un giorno il mio capo mi ha fatto un contratto come art director. Avevo una scrivania in un ufficio con una finestra su Torre Velasca, un computer nuovo e un telefono dove poter telefonare alla mia nuova fidanzata che lavorava a Milano. Mi piaceva fare l’art director ma mi mancava disegnare e tra una telefonata e una riunione un giorno il mio capo mi regalò il libro di Walter Fontana “L’uomo marketing e la variante al limone”. Dopo averlo letto andai dal mio capo, lo ringraziai e tornai a fare l’illustratore. Comprai una cosa molto costosa e abbastanza recente si chiamava cellulare: potevi telefonare da dove volevi! Dovevi sempre passare in edicola a comprare un foglietto di carta ma il vantaggio era enorme, ogni luogo diventava il tuo ufficio, anche il bungalow del campeggio.

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Sono passati dieci anni dal tuo primo poster per il MI AMI. Come sei cambiato personalmente? E come questo ha influito sul tuo lavoro da illustratore?
Quando dieci anni fa mi chiamò Stefano Fiz Bottura per raccontarmi del festival sembrava già una idea gigante: un festival dedicato solamente a gruppi italiani. Oggi forse non si sente così tanto la differenza ma all’epoca è stata una bellissima scommessa. Mi ricordo che avevano trovato delle micropile che facevano lucine diverse da spargere sui prati nei boschetti del Pini. La gente le raccoglieva e quindi c’erano queste specie di lucciole in giro per il festival. Non so come sia cambiato il mio lavoro da illustratore e non so neanche se sono cambiato personalmente. Ho sempre disegnato manifesti per concerti o festival da quando facevo le superiori. I festival sono dei bei momenti per stare insieme, suonando un gruppo ne ho girati parecchi e quelli che preferisco sono quelli dove ti fanno sentire a casa e il MI AMI è stata una grande soddisfazione non soltanto per il manifesto, ma perché è stato l’inizio di una buona amicizia, anzi più di una!

Cosa significa per te rappresentare un tema così scottante come l’amore universale? Scusa la definizione un po’ hippie, ma è molto difficile parlare di qualcosa che non dovrebbe essere nemmeno un tema scottante.
Non so come rappresentare l’amore universale però posso dirti che un lavoro bisogna sempre farlo al massimo delle tue possibilità. Le possibilità aumentano se sei disposto a superare i tuoi limiti. Come Goku quando si allena per diventare un Super Sayan. Nel disegno invece le possibilità aumentano quando sei disposto ad emozionarti. Spero che il bacio piaccia tantissimo. 

Sarai ospite al MI FAI, l’evento parallelo al Miami, tutto dedicato al fumetto ed all’illustrazione, curato da Claudia Selmi. Quest’anno oltre a te ci sarà ospite anche Davide Toffolo. Ci presenti brevemente l’evento? Ci consigli qualche illustratore e fumettista da tenere d’occhio? Oltre al nostro amico Jacopo Rosati ;)
Sarà una bellissima occasione per vedere tante nuove e buone autoproduzioni ai banchetti. Nei festival si trova quello che non c’è più nei negozi e neanche su internet: le persone che fanno le cose dietro alle loro cose. Si parla e nessuno deve scrivere niente o fare smile per capire che si scherza. Ci sarà la possibilità di incontrare autori e di comprare libri e di avere anche un disegno dedicato. Come dice Hemmet: “é meraviglioso!”.
Se voi di Polkadot parteggiate per il bravo Jacopo Rosati io tifo per i fumetti e per il gruppo di “Incubo Alla Balena” che dovrebbe riuscire a portare la loro nuova fanzine “Ricci D’Amare” e alle tre ragazze: Valentina Formisano, Nova Nanà e Diana Blu, che porteranno il loro primissimo lavoro a fumetti autoprodotto “Tempo di posa”.

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Non dimentichiamoci, però, che siamo al MI AMI appunto: allora, che tipo di musica ascolti generalmente nel tuo tempo libero e per ispirarti ed a quali performance pensi che assisterai?
Ascolto tantissima musica, da quando poi ho Deezer quando vado a Milano non devo portarmi più l’astuccio con i cd in treno. Continuo comunque a comprare ancora dischi e cd. Penso che sia un problema della mia generazione. Dopotutto ho iniziato ad ascoltare musica in cassetta. La nostra generazione ha il cervello completamente spappolato dai supporti. Pensa che di certi gruppi ho sia il vinile, la cassetta e il cd soltanto perché alcune canzoni non c’erano su un supporto e viceversa. Capisci come sono diventate così potenti e ricche le case discografiche? Mi piace comprare i dischi perché mi piace avere, o meglio, pensare di avere ancora il tempo per stare sdraiato sul letto e ascoltare la musica prendendo in mano il booklet con i testi e guardare le foto e i disegni. In fondo non è molto e mi sembra ancora un concetto, poco feticista, e molto romantico.

Sei anche musicista, a questo punto ci vuole un momento auto-celebrativo. Ci parli della tua band, gli “Altro”?
Per il decennale avremmo dovuto suonare anche con gli Altro, presenti alla prima edizione del festival, e poi è saltata per impegni degli altri due. Io però ci sarò sabato a fare i ritratti di ragazzi. Unica condizione: che rimangano fermi immobili mentre li disegno mentre si baciano.

disastro

Volete più info sul MI AMI? Fate un giro sul sito ufficiale, dove potrete scaricare anche una compilation gratuita di tutti gli artisti che suoneranno.

Gianvito Fanelli

Pugliese, ho vissuto a Milano per dieci anni prima di tornare in Puglia. Sono un designer. Ho una newsletter, colazione.email, e un progetto su Instagram @vita________lenta

Apulian, I lived in Milan for ten years before returning to Puglia. I am a designer. I have a newsletter, breakfast.email, and a project on Instagram @vita________lenta.

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