Dieci edizioni e ancora lo sguardo rivolto avanti. PhEST – Festival internazionale di fotografia e arte torna a Monopoli dall’8 agosto al 16 novembre 2025 con il tema This is Us – A Capsule to Space: un invito poetico e visivo a guardarci da lontano, come se potessimo osservare la nostra umanità da una capsula in orbita. Un modo per prendere distanza, fare il punto, interrogarsi su chi siamo oggi.
PhEST non è un semplice festival: è un progetto culturale immersivo che da dieci anni trasforma un’intera città in un museo a cielo aperto (e al chiuso), tra affacci sul mare, spazi sacri sconsacrati, cortili, vicoli e palazzi storici. La sua forza sta nell’unione tra fotografia contemporanea, arte, paesaggio, musica e pensiero critico, con una direzione artistica solida e appassionata: Giovanni Troilo (direttore), Arianna Rinaldo (fotografia), Roberto Lacarbonara (arte contemporanea) e Cinzia Negherbon (organizzazione).
Per l’edizione 2025, oltre 30 mostre sono allestite tra luoghi iconici come il Monastero di San Leonardo, il Castello Carlo V, la Chiesa di Sant’Angelo, Casa Santa, la Cattedrale dei Pescatori e numerosi scorci urbani e marini. Il programma si apre ufficialmente l’8 agosto con le prime mostre indoor e prosegue fino a novembre, con un calendario di eventi pensati per tutti: famiglie, fotografi, appassionati, studenti e curiosi.

© Yorgos Lanthimos
Tra gli artisti in mostra spiccano nomi come Martin Parr, con Pleased to Meet You, Zed Nelson, Phillip Toledano, Alexey Titarenko, Sam Youkilis, Rhiannon Adam, Piero Percoco, Arianna Arcara, e il regista e fotografo Yorgos Lanthimos, che espone per la prima volta in Italia il progetto visivo Jitter Period. Il fotografo e artista pugliese Dario Agrimi propone invece Madre Natura, una potente installazione sul dramma dell’infanzia in tempo di guerra.

Dalla serie Under the Sun
©Sam Youkilis. Per gentile concessione dell’artista
Accanto alle mostre, un ricchissimo calendario di eventi: visite guidate gratuite con gli artisti, photowalk Fujifilm, portfolio review, proiezioni serali gratuite, visual talk in collaborazione con l’Università di Bari, e una rassegna cinematografica in ottobre dedicata alle connessioni tra fotografia e cinema.

Dalla serie The Silent Sun, Brighton
(Il sole muto, Brighton)
©Piero Percoco
Molte le installazioni site-specific: come Aim at the Stars di Aleksandra Mir, che coinvolge botteghe e abitazioni private nel centro storico; o Nzìm di Caimi & Piccini, un lavoro sulle memorie delle residenze artistiche passate. Interessante anche il ritorno di Piero Martinello, con un nuovo progetto sui pescatori di Monopoli, e la mostra 7 Days of Garbage di Gregg Segal, che riflette sull’impatto dei nostri consumi quotidiani.
PhEST si conferma un laboratorio contemporaneo: aperto, sensibile, internazionale. Un festival che non segue la moda, ma costruisce immaginari. Che non si limita a esporre immagini, ma genera conversazioni, contesti, esperienze. Un’esperienza lenta e diffusa, fatta per essere vissuta con tempo, camminando, osservando, scoprendo.

E soprattutto, è un festival radicato nel territorio ma capace di parlare al mondo. Il mare di Monopoli diventa un fondale narrativo, le chiese spazi espositivi, i vicoli luoghi di incontro. Ogni tappa è un’occasione per aprire lo sguardo, fare memoria e ripensare il presente.
Nel suo decimo anniversario, PhEST 2025 ci invita a salire su una capsula immaginaria, guardare giù, e domandarci: questa è davvero la versione migliore di noi stessi? Una domanda urgente, che solo l’arte – a volte – può provare a tradurre. Qui tutte le info per visitare il festival.