Nike THE NATURE OF MOTION
Il movimento è sicuramente uno di quei concetti che associamo a Nike. Non solo perché i prodotti del “baffo” ci accompagnano nello sport e nel nostro tran tran quotidiano, ma […]
Il movimento è sicuramente uno di quei concetti che associamo a Nike. Non solo perché i prodotti del “baffo” ci accompagnano nello sport e nel nostro tran tran quotidiano, ma anche perché la ricerca nel campo del design è sempre rivolta al futuro e in costante evoluzione. Questo il tema del progetto “The Nature of Motion” presentato da Nike per il Salone del Mobile di Milano in via Orobia 15, declinato secondo la visione di dieci designer contemporanei che si sono uniti all’azienda di Oregon per creare concept più astratti e prodotti più concreti che fanno uso di alcuni materiali unici di Nike.
Lindsey Adelman è una designer americana le cui creazioni sono influenzate dalle forme presenti in natura e dalla tensione visiva che si ottiene miscelando vetro soffiato a mano ed elementi metallici a macchina. La sua è un’installazione luminosa che si ispira al movimento invisibile della natura.
Enrica Cavarzan e Marco Zavagno sono i fondatori di Zaven, uno studio che opera fra comunicazione, design e arte. Le loro lampade, di dimensioni generose, sono dotate di diffusori realizzati in Nike Flyknit. La loroinstallazione si ispira alla bellezza di un atleta in movimento.
Martino Gamper è un designer italiano di stanza a Londra; conosciuto ai più per le sue autoproduzioni, il suo è un approccio concreto dedito al ritulizzo dei materiali, sia allo stato grezzo che lavorato. Per The Nature of Motion Gamper ha realizzato una collezione di tamburi utilizzando Nike Flyknit fissato, con dei lacci di scarpe, su telai laminati compensati.
Max Lamb è uno dei designer britannici più noti nel mondo; la sua installazione surreale è composta da blocchi di alluminio pesante, marmo e polistirolo che levitano su un campo di area compressa, facendoli muovere con tocchi leggeri e sfidando la legge di gravità.
L’architetto americano Greg Lynn ama sperimentare con le tecnologie più avanzate di produzione. La sua sedia intelligente, costruita in fibra di carbonio composito e alluminio, utilizza sensori per misurare la temperatura corporea di chi ci si siede sopra. Così, un atleta può riscaldarsi o raffreddare tra i periodi di attività fisica senza subire sbalzi dannosi.
Bertjan Pot è un designer tedesco che ama sperimentare con materiali, tecniche, strutture, pattern e colori; la sua serie di resting pod è fornita di ruote; il rivestimento interno di tubi interni di una macchina, carriola, camion e trattore con cavi, cinghie, lacci e Nike Flyknit crea un incontro inaspettato fra tecniche agli antipodi.
Clara von Zweigbergk e Shane Schneck hanno unito i loro background nella grafica e nel design industriale, creando sette sedie che studiano l’interazione fra equilibrio e postura, ed in particolare su come il corpo interagisce con oggetti statitici. Ogni elemento è composto da materiali come alluminio, poliuretano rigido e sughero che richiedono l’interazione da parte di chi siede.
Sebastian Wrong è un noto designer e direttore creativo inglese (lo abbiamo intervistato due anni fa), focalizzato su processi produttivi contemporanei e materiali; per Nike ha realizzato una sedia ergonomica, una seduta condivisa che avvolge un tessuto intricato intorno ad un telaio in ferro scavato. Modellata in Nike Flyknit, la pelle raffigura il quadro di Boccioni “Dinamismo di un giocatore di calcio”, emblema per Wrong di movimento della modernità, velocità e dinamismo.
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Un petit rappel de géographie en espérant que vous vous relirez ensuite.Superficie de Gaza : 360 km2Population : 1 710 257 habDensité : 4 751 hab./km2Superficie de la commune (ville seule) de Marseille : 240,62 km2Population de la commune de Marseille : 850 602 habDensité : 3 535 hab./km2Conclusion : Pourquoi les enfants sont proches des méchants « hamas » ? Parce qu’il n’y a pas assez d’espaces pour faire un champ de bataille d’un côté et une zone de refuge civile de l’autre.CQFDMaintenant vous pouvez demander à ce qu’on agrandisse la bande de Gaza.