Il Covid-19 è stata la più grande calamità in Europa e nel mondo da più secoli a questa parte. Ed ha contributo al cambio di direzione di un mondo, quello occidentale, piegato dalla pandemia.
Tutto è cambiato, anche il modo di raccontare il mondo. La cosa che più è cambiata probabilmente è il marketing, che offre una fotografia sul modo differente di approcciarsi alla realtà cambiata. Quello del marketing è il settore più stravolto dal Covid.
Non tutto il male però è venuto per nuocere: il marketing ha potuto sfruttare la massiccia digitalizzazione, resasi necessaria proprio come risposta alla pandemia, nell’era del digitale e dei social. Non a caso si parla di digital marketing, un differente approccio di vendere prodotti e di considerare i clienti. Collegato al digital marketing c’è il concetto di customer experience.
Conta quindi sempre di più la “spendibilità” anche sul web. Posizionarsi sui motori di ricerca oggi è più facile, ma è anche necessario. Un sito web per essere spendibile, nell’era del digital marketing, ha necessità di avere alcune caratteristiche: interfaccia user-friendly e parole chiave per attirare clienti. Si parla per questo sempre più di SEO e leggibilità, il tutto fornendo contenuti al cliente, fine ultimo di un lavoro ampio e certosino, da curare nei minimi dettagli.
Chi non vuole stare al passo coi tempi è destinato a non evolversi. Per questo SEO, dati, social, view, sono concetti oggi sempre più legati tra di loro e importanti per il successo di un piano aziendale. Tutto è cambiato, in ogni settore. Dall’e-commerce, che ha monopolizzato il mondo degli acquisti, al settore dell’intrattenimento. Il settore del gioco online ha per esempio applicato la strategia dei bonus, utile per portare più utenti alle piattaforme. Scelta semplice, efficace, capace di portare numeri e fatturato.
Altri settori si sono mossi sulla stessa falsariga: programmi fedeltà, bonus, scontistiche, 3×2, voucher, prove gratuite. Il tutto all’insegna dell’engagement. Fare rete per allargare la spendibilità dei prodotti e dei servizi offerti. Un trend che parte dai social e dal mondo della comunicazione, certamente, ma che ha trovato terreno fertile su cui germogliare in altri settori. Si pensi a quello del food e del beverage, oggi sulla cresta dell’onda.
Piattaforme come TheFork hanno stravolto il modo di vivere il rapporto con il cibo. I social hanno fatto il resto. Una storia cominciata 15 anni fa e che ha toccato il suo apice negli anni della digitalizzazione e dei social. Amplificata dal boom di nuove piattaforme, su tutte TikTok, che hanno sdoganato nuove mode. Non è un caso che diventano sempre più virali prodotti e contenuti legati da un lato al gioco, dall’altro al cibo.