Una facciata che si fa volto collettivo. Un’opera che respira insieme alla città. È il nuovo progetto firmato JR, uno dei più noti artisti di arte pubblica e partecipativa, protagonista della mostra Chi sei, Napoli? alle Gallerie d’Italia di Napoli (22 maggio – 5 ottobre 2025), ottavo capitolo della serie internazionale Chronicles.

Dopo città come Parigi, New York, Miami e Kyoto, JR sceglie Napoli per realizzare il suo primo murale site-specific in Italia. La facciata del Duomo di San Gennaro si trasforma così in un mosaico monumentale composto dai volti di 606 napoletani: pizzaioli, studenti, turisti, vigili del fuoco, sacerdoti, artisti, nonne, bambini e il sindaco stesso. Ognuno ha scelto come essere ritratto, in una narrazione visiva che celebra l’identità sfaccettata e generosa della città.

La mostra documenta l’intero processo: dalle settimane di scatti nei quartieri – da Piazza Sanità a Fuorigrotta – fino all’installazione finale, passando per il racconto di esperienze passate in Cuba, Francia e Stati Uniti. JR restituisce Napoli nella sua energia più autentica: umana, caotica, orgogliosa, solidale. E lo fa senza retorica, ma con uno sguardo lucido e poetico.
Ad accompagnare la mostra, un catalogo bilingue (italiano-inglese), edito da Allemandi, pensato non solo come supporto visivo ma come opera editoriale autonoma. Con una spettacolare sovraccoperta-poster e oltre 100 immagini in grande formato, il volume ricostruisce l’intero progetto napoletano, incorniciato da riferimenti ai precedenti Chronicles. Il design è firmato da Leonardo Sonnoli, in perfetto equilibrio tra rigore grafico e potenza visiva.


“Le cronache di Napoli” non è solo un racconto artistico: è un’azione sociale. Il progetto unisce memoria e contemporaneità, dando voce a chi spesso non ha spazio nei musei. L’arte pubblica di JR si conferma come forma viva di cittadinanza e condivisione, capace di trasformare uno spazio sacro in un’opera collettiva.
Napoli si racconta così, tra sacro e urbano, tra volti anonimi e storie personali. E il catalogo, proprio come la mostra, invita a farsi una domanda: Chi sei, Napoli?
E, forse, anche chi siamo noi.