The Unfinished Costello
Alexander Costello è sicuramente un artista eclettico anche se, come lui stesso ammette, artista non è. Si, perché le etichette e tutto ciò che è utile a dare un minimo di […]
The Unfinished Costello
Alexander Costello è sicuramente un artista eclettico anche se, come lui stesso ammette, artista non è. Si, perché le etichette e tutto ciò che è utile a dare un minimo di cornice, nel suo caso non serve! Per conoscere il suo operato è bene tenere a mente il concetto di “performance”, inteso come risultato di un pensiero, interpretazione dei fatti o andamento altalenante di stati mentali. Per, poi concretizzarsi in una serie di elaborati artistici.
Ben si comprende se ci fermiamo a guardare e “ascoltare” i suoi ultimi dipinti, collezione “unfinished”. L’idea che sta alla base di questi lavori è quella di “potenziale”. Un’immagine (la quale spesso si compone “semplicemente di colori”) che rappresenta ed esiste come opera in sé. E soprattutto funge da framework di narrazione e di giuoco. Infatti, il nostro Alexander Costello è amante dell’umorismo, per non dire ironia “tongue in cheek”. Beh, non c’è da sorprendersi, è inglese!
Ho trovato i suoi lavori molto interessanti e, come dire, parafrasando la pubblicità di un noto marchio di jeans, “unbutton”: come lui stesso ci dice, la cosa più bella quando uno si impegna nel far qualcosa è quella di poter lavorare “sbottonati” appunto. La sperimentazione su diversi piani funge da indizio simbolico per definire nuove realtà intenzioni, politiche ed estetiche. Grazie al suo block-notes, gelosamente conservato chissà dove, Costello annota tutte le cose che
colpiscono i suoi pensieri: conversazioni sui mezzi pubblici (le sue preferite e le più coinvolgenti!), luoghi, momenti, espressioni della gente. Tutto costruisce una reale fonte d’ispirazione. Il fatto di vivere a Londra, sicuramente aiuta.
Lui stesso, pur avendo vissuto tra Milano e Londra, ammette il netto vantaggio che la capitale inglese offre. Più spazi e soprattutto più “solidarietà” tra gli artisti impegnati affinché le mostre ci siano senza essere legati a logiche di “galleristi”, come può accadere per esempio a Milano, con ovviamente alcune doverose riserve.
Insomma, mettendo da parte i limiti legati ad atmosfere differenti, il mio consiglio è di andare a vedere il nostro Costello e perdersi in una delle sue performance artistiche. Ghigno assicurato.
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