Tranquilli, c’è ancora tempo per gustarsi la Food Week di Milano. Fino al 25 maggio il capoluogo lombardo sarà invaso di eventi per la sesta edizione della kermesse promossa da Food Tank e che si pone l’obiettivo di trasformare la città in una Food Cityy, in occasione di EXPO 2015. Dopo cinque anni di lavoro, il tutto in prospettiva EXPO, la Food Week quest’anno si compone di più di 300 eventi che vanno da workshop, a corsi fino a presentazioni, in una ricetta che vede coinvolti anche design ed arte.

Lube, sponsor della manifestazione, ha allestito 4 cucine tematiche: la Fashion Kitchen al The Brian & Barry Building San Babila; la Public Kitchen e la Master Kitchen presso l’Expo Gate di fronte al Castello Sforzesco e la Stage Kitchen, presso il Teatro Nuovo in Piazza San Babila. In via Turati, invece, grazie alla collaborazione con LAGO, è stata creata la Design Kitchen, nella quale ogni sera potete degustare i vini offerti da Tenuta Sette Ponti, Orma e Feudo Maccari.

I primi 5 che si recheranno ogni giorno nello stand di San Babila riceveranno un divertente kit di tattoo trasferibili curato dalle ragazze di I Tradizionali.
Le ragazze hanno lanciato una campagna di crowdfunding su eppela che si concluderà il 4 giugno per finanziare il loro progetto: ricette da tramandare attraverso la nostra pelle!

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Su www.milanofoodweek.com trovate tutti gli eventi e potete iscrivervi alla community dei Food Lovers, ottenendo la card gratuita, da ritirare presso il Milano Food Lovers Point di piazza San Babila. Con la tessera otterrete vantaggi non solo durante la manifestazione, ma in tutto l’anno. Inoltre, verrete omaggiati di un dono da parte di Løv Organic.

Allora, che state aspettando? Noi abbiamo già l’acquolina in bocca.

Milano Food Week 2014

L’ultimo Fuorisalone milanese è stato caratterizzato da un generale clima di entusiasmo e fiducia, legato principalmente alla qualità di molte installazioni ed alla grande mole di persone riversatasi nei vari distretti sparsi per la città. Una delle esposizioni che sicuramente più ha contribuito a renderci di buon umore è stata Baas in Town, il folle caleidoscopio circense messo su in due settimane dal designer olandese Maarten Baas e dalla sua cricca.
Gli spazi del Garage Sanremo di via Fosse Ardeatine, nel nuovo distretto delle 5 Vie, sono stati invasi da un vero e proprio circo, fatto di colori, suoni e movimento continuo, ed anche momenti di gioco. L’obiettivo di Baas era quello di mostrare il suo metodo di lavoro, presentando dunque un catalogo di oggetti iconici della sua carriera, più una serie di prodotti artigianali realizzati direttamente a Milano. Supportato dal Centraal Museum di Utrecht, nell’esposizione ha mostrato anche i lavori frutti della collaborazione con Bertjan Pot, John Körmeling e Teun Hocks, mentre alla porta accanto trovavano spazio i Side Shows dei suoi amici.

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Abbiamo avuto modo di approfittare della gentilezza e simpatia di Maarten, che ci ha raccontato un po’ la sua filosofia, il suo lavoro e la sua opinione su Milano. Dobbiamo ammettere di aver accolto con grande felicità la notizia che Baas in Town è stata premiata come “Best Impact” all’ultimo Milano Design Award, perché raramente capita di trovarsi di fronte a designer affermati così bravi e disponibili.

Ciao Maarten! Ci piacerebbe sapere il concept dietro l’esposizione, dal momento che stai miscelando alcuni pezzi di design artigianali e grezzi con altri colorati e molto ben rifiniti. Qual è la soluzione che hai trovato per “mixare” queste due anime?
Ciao! Sì, alcuni pezzi sono fatti di bronzo, molto ben realizzati. Alcuni di loro, invece, sono stati fatti in polistirene nelle ultime due settimane. Non volevo avere alcun confine, se è una cosa è considerata bella o brutta, se è uno scherzo divertente o design di alta qualità. Volevo “spegnere” tutte le masse critiche del cervello che ti dicono che una cosa dovrebbe essere fatta in un modo, che è migliore o no. Ho soltanto “buttato” tutto dentro.

L’idea del circo, dello show, i clown. Non ci aspettavamo dei clown reali dentro le roulotte che compongono la tua esposizione. Perché?
Non c’è un “perché”, solo qualcosa che nessuno si sarebbe aspettato, questo è quello che voglio!

Ogni roulotte ha una “frase” come insegna.
Entertain (Intrattieni), Consume (Consuma), Communicate (Comunica), Share (Condividi), Work (Lavora). Sono solo alcune riflessioni su quello che l’uomo può fare nel suo tempo.

ph. ©Kazoe van den Dobbelsteen

Per chi progetti e qual è la tua idea di design? Probabilmente è più comunicazione che prodotto.
Non ho un target in realtà, sto solo facendo qualcosa che è figa, ben fatta o che sia necessario fare, o qualcosa che mi manca, e spero che la maggior parte delle persone siano d’accordo con me. Non ho un obiettivo, né un’idea di come vendere. Alcuni pezzi sono già stati venduti prima, e questo mi aiuta a coprire i costi. Questo è il mio business model (ride) e ha funzionato bene fino ad ora! Perciò, porto tutta la merda a Milano e vedo come va! (ride)

Come ti senti a Milano e la consideri il più importante luogo dove venire e mostrare i tuoi lavori? Che pensi a proposito del dibattito che la contrappone a Copenhagen?
Penso che Milano sia ancora “Il Luogo” dove devi andare fisicamente, anche se con Internet abbiamo sempre più possibilità di mostrare il nostro lavoro. Ma è anche facile perdere quello status. Non c’è nessun posto dove sai che tutti andranno. Copenhagen? Non ci sono mai stato e non conosco nessuno che ci sia mai stato! A Milano ci sono un sacco di olandesi ed è meglio venire qui per mostrare i tuoi lavori agli olandesi che stare in Olanda! (ride) Ma devo ammettere, e mi spiace farlo, che gli Italiani non sono bravi ad organizzare.

Baas in Town

È sempre difficile riuscire a trasferire le emozioni e le sensazioni provate in un luogo ed in un tempo che ci sono appartenuti. Quello che si può fare, in questi casi, è di cercare di fornire le chiavi perché la prossima volta queste emozioni appartengano anche a voi. Per questo, ve lo diciamo già da ora: non mancate al prossimo Design Week Festival di elita, sarà la decima edizione e sarà grande, a scatola chiusa, senza nemmeno conoscere uno degli artisti che verrà chiamato.

Questa macchina, in piedi da dieci anni ormai, è oliata alla perfezione. Ed anche quando introduce, lentamente, cambiamenti che sono nuovi a Milano e, conseguentemente, all’Italia intera, bastano poche “scosse d’assestamento” perché vengano presto classificate come normalità. La dimostrazione è la qualità media del pubblico: maturo, oseremmo dire presobene, appassionato, corretto. Specie quello del Teatro Franco Parenti, luogo bellissimo e che sembra fatto apposta per il festival, il giusto equilibrio fra cultura e divertimento.
Dell’edizione 2014 ricorderemo sicuramente le performance, ma anche i grandi sforzi che la crew dietro l’evento (un nucleo di una decina di persone più altri cento collaboratori) ha profuso per ampliare i confini entro i quali il DWF si muove. Del resto siamo durante la Design Week, e quindi non si può non apprezzare il Milano Design Award, il progetto di stage design curato da Lorenzo Palmeri o la Sala del Treno Blu animata da Rethink Deep di Marco Klefisch.
Come, dal punto di vista organizzativo, accogliamo con grande favore il sistema di pagamento coi token, che ha evitato code e semplificato la vita dei tanti visitatori, nonostante inizialmente fosse stato accolto con (cieca) resistenza ed avesse avuto qualche piccolo problema di rodaggio. Tutto passato ed il lunedì dopo il conto non può che essere in positivo. E la percezione che si può avere del festival è di essere decisamente europeo.

Ora, però, parliamo di musica. Abbiamo praticamente presenziato alla gran parte degli eventi in Teatro, con qualche capatina nelle “sedi distaccate” del City Network.

Partiamo dall’opening: quello che paradossalmente ci ha lasciati maggiormente felici non è stato il dj set di Moodymann, accolto da star, che però ha ingranato la quinta solo sul finale, ma la bellezza e la cura della location: i Giardini di Villa Reale, incastonati fra PAC e GAM, sono una perla che mai aveva “sentito” la musica prima, e che d’ora in poi andrà necessariamente riconsiderata in questa ottica. Quindi, il primo ‘grazie’ vicendevole è fra il Comune di Milano ed elita: entrambi hanno regalato un nuovo luogo dove la città può sognare la sua tanto aspirata “internazionalità”. Non è mancata nemmeno la cultura in senso più stretto, con l’apertura serale delle mostre al PAC ed al GAM (incredibile vagare fra opere d’arte, mentre risuonava l’house detroitiana di Moodymann). Il momento più emozionante l’abbraccio fra Moodymann e Tony Allen, due mostri sacri che non si erano mai incontrati fino a quel momento.

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Ciao Moodymann

Il giorno dopo è stato dedicato principalmente al pop, un inizio soft del tutto coerente e che ha garantito un “crescendo” a tutta la kermesse: siamo tornati assolutamente soddisfatti dal concerto della nostra Levante (che abbiamo intervistato per voi), seguita da Owlle e Clean Bandit. Tralasciando la potenza con la quale la band inglese ha trascinato il pubblico in una danza continua ed incessante, dedichiamo qualche riga alla francesina electro-pop: partita in sordina, forse perché sconosciuta al pubblico milanese, ha saputo conquistare applausi ed entusiasmo, un buon segno in chiave futura. Presto sarà ospite delle nostre pagine, chissà cosa avrà da raccontarci.

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Nella prima foto Levante, poi due componenti dei Clean Bandit

Giovedì il piatto è stato più che ricco: partiti da Girls in Hawaii, Wild Beasts e Joan as Police Woman (anche con lei abbiamo parlato poco tempo fa), con un piccolo ricambio di pubblico (una delle bellezze di questo festival), siamo finiti fino alle 5 del mattino ai Magazzini Generali, dove Todd Terje ha fatto impazzire il pubblico con il live del suo primo LP “It’s Album Time”. Algido e norvegese nelle movenze, caldissimo nelle frequenze, con la sua space disco, leggermente “appesantita” per il dance floor rispetto al disco. Dopo, possiamo solo dire che Julio Bashmore non ha sbagliato un colpo per tre ore filate. Una successione micidiale di house, electro e UK bass da far impallidire chiunque. A casa eravamo distrutti, ma decisamente felici.

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Todd Terje, prima, e Julio Bashmore, poi, hanno infiammato i Magazzini Generali

Venerdì è stata la ormai tradizionale serata dedicata all’hip hop, almeno in prime time. Ed il cast era di tutto rispetto: a partire dagli italiani Johnny Marsiglia & The Night Skinny, che hanno riscaldato il tantissimo pubblico, passando per il funk di Ad Bourke, fino ad arrivare all’attesissimo Madlib. Il suo è stato un dj set dominato dai “bassoni”, partito in sordina e poi cresciuto, per poi introdurre quello che, secondo noi, è stato il vero fuoriclasse della serata: Hudson Mohawke. Il 28enne scozzese ha infiammato il pubblico con un dj set di una qualità spaventosa, alternando pezzi più “caciaroni” a tocchi di classe, come l’intro a capella di Strange Fruit di Nina Simone. Epico il momento finale, quando Madlib arriva sul palco, improvvisa un duetto con H.M. ed il tutto termina in un abbraccio, nel delirio del pubblico.
City Network bello attivo per il 2nd time: gli eventi più di rilievo, tanto per sottolineare la varietà e qualità della lineup, Tale of Us al Mi.Co, la fiera di Milano, anche qui esordio assoluto di una location, e Andrew Weatherall & Ewan Pearson al Tunnel.

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Johnny Marsiglia & The Night Skinny, e poi un sorridente Hudson Mohawke. Di Madlib è inutile inserire foto, perché era avvolto in una coltre di nebbia.

Dead Heat, DJ Tennis, Four Tet, Daphni aka Caribou. Tutti in una sera. Probabilmente si può dire poco, pochissimo, perché i nomi dicono già molto di quello che è stato. È finito tutto troppo presto, bisognava che suonassero tutti 5 ore a testa, ma purtroppo non era possibile. Le nostre gambe chiedevano ancora musica ed abbiamo trovato terreno fertile nei ritmi meno balearici del solito di John Talabot, ospite dai nostri amici di Le Cannibale. Solito pienone e solita festa.
Four Tet e Caribou, invece, ci hanno informati di essere andati a trovare il sig. Sven Väth agli East End Studios. Non fatichiamo a chiederci come sia andata.

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Grande atmosfera per la serata dedicata all’etichetta italiana Life&Death, special guest: Four Tet e Daphni

E dopo quattro giorni no-stop, fermarsi era praticamente impossibile. Se c’era un modo di chiudere, i ragazzi di elita hanno fatto la scelta migliore che potessero fare: l’allegria che la Crew Love di New York ha sprigionato in quel del Teatro Franco Parenti è stata la ciliegina sulla torta ad un festival con picchi altissimi di qualità. Da Tanner Ross, ai PillowTalk, per finire con la staffetta fra Wolf+Lamb e Soul Clap, sono state quattro ore di house divertentissima e Loredana Bertè per finire…

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Allegria, mazzi di rose e gin per la chiusura ad opera della Crew Love, il gruppo di dj più pazzi e stilosi del globo terracqueo

 

Qualcuno è andato all’after-party al Rocket. Noi eravamo cotti. E felici. Ogni tanto dell’Italia si può parlare proprio bene.

ph. ©Dario Monetini x Polkadot

Design Week Festival 9: non lo dimenticheremo facilmente

Spesso si dice, a ragione, che in Italia non si riesca a “fare sistema”, cioè che in pratica non ci si riesca a mettere mai d’accordo. A volte però succede che per contrastare la lenta “morte” culturale di un quartiere, cittadini, professionisti, istituzioni riescano a tirare su un progetto di tutto rispetto. In questo caso parliamo delle 5 Vie di Milano, un’area in pieno centro che va da Sant’Ambrogio al Duomo e che paradossalmente soffre da qualche anno di degrado e incuria, con parecchi bottegai costretti a chiudere i battenti.

Siamo stati ospiti del tour di presentazione delle iniziative in atto per questa area, risalente alla Milano imperiale (da cui il nome, ispirato a cardi e decumani), che partono dalla Design Week 2014, ma che con occhio lungimirante intendono andare avanti ben oltre l’Expo 2015.

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Il giro è partito da via Caminadella 23 in cui, all’interno di un cortile (a cui si accede solo suonando un campanello), potrete rifarvi occhi e papille gustative da Caminadella dolci, una semplice ma lussuosa pasticceria che serve manicaretti di ogni genere, frutto della grande ricerca che la titolare Elena Rasi e le sue collaboratrici portano avanti con costanza e passione da ben 6 anni.


Subito dopo è stato il momento di andare a trovare il designer Martin Baas presso il Garage Sanremo, una vecchia architettura adibita per l’occasione a vero e proprio circo, nella quale dialogano il design più rigoroso con quello più artigianale, all’interno del quale trovano spazio clown, luci al neon e grossi specchi. Non abbiamo potuto fare foto, perciò vi consigliamo di andare a vedere coi vostri occhi.

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La visita è proseguita poi da BDDW, azienda di Soho, New York che produce mobili artigianali e che ha scelto Milano per aprire il suo primo showroom, in via Nerino. Una via molto attiva: qui c’è anche Wait&See, boutique di vestiti vintage per donne, che per l’occasione ha collaborato col designer serbo Uros Mihic, in un dialogo fatto di contrasti (la boutique è molto colorata ed estrosa, Uros è invece rigoroso e quasi matematico) che ha portato alla realizzazione di una serie di sculture di carta che arredano lo spazio. E recandosi nel retro, potrete andare a salutare i ragazzi di Gnam Box, sito che ospita ricette&storie da alcuni dei personaggi più interessanti che Milano sa offrire.

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Ma Milano, lo ripeteremo fino alla morte, è la città “segreta” (come ha affermato, fra l’altro, Daniel Libeskind dialogando con Marina Abramovich). Le sue sorprese si nascondono all’interno dei cortili, come quelli di via Nerino 8. Qui potrete andare a trovare Luisa Paravicini, maestra della ceramica, con la sua nuova collezione di piatti in ceramica Circus oppure Cecilia Roger, svizzera e guru del ricamo, che da poco ha abbracciato le tecniche giapponesi. Mentre ci srotolava davanti le sue creazioni, ci spiegava che la sua filosofia non è solo quella di produrre ricami di qualità, ma anche di enfatizzare il gesto, generando valori quasi “spirituali” legati non solo ai soggetti delle sue opere, ma all’utilizzo che se ne fa.



Ma qual è uno dei simboli contemporanei di Milano? Il dito medio di Cattelan! Perciò capatina in Piazza Affari dove, da oggi, sono in vendita i souvenir L.O.V.E di Seletti. Qui potrete anche rifocillarvi nell’area food curata da Cracco ed, ogni sera, ballare danze popolari: si parte col liscio, pronti?

TOILET PAPER - SELETTI

Il tour finisce da Rabelli, una delle aziende più famose e longeve nel campo della seta, dal posizionamento assolutamente alto. Nei loro fantastici spazi viene ospitata una mostra di opere realizzate in seta a mano che vale davvero la pena di vedere.
Il tour finisce così, a pranzo allo Gnam Box Cafè, felici di vedere come in Italia si possa realizzare e sviluppare un progetto di branding territoriale per valorizzare il nostro immenso patrimonio. A questo punto, fate un salto sul sito del quartiere e date un’occhiata al foltissimo programma che vi attende.

In giro per le 5 Vie, il nuovo distretto culturale di Milano

Siamo ai nastri di partenza, lunedì comincerà la Design Week di Milano e da martedì la città sarà invasa da un’orda di professionisti, studenti o semplici curiosi in cerca di intrattenimento. Ed ormai da 10 anni, a questo ci pensa Elita.

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Si rinnova, ancora una volta, l’appuntamento col Design Week Festival, di cui quest’anno siamo partner ufficiale, fornendovi una serie di contenuti esclusivi, come foto reportage ed interviste ai protagonisti. Ma il festival non è solo musica: la formula, ormai, comprende un corposo spazio dedicato al design, con Elita Xtras’mall ed il Milano Design Award, ed alle arti visive, grazie alle numerose installazioni dislocate nelle varie location.

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Con questo articolo, cerchiamo di mettere un po’ di ordine ai nostri e ai vostri calendari già stracolmi di impegni.

Tutti i giorni

SPAZIO EX-ANSALDO

Via Tortona angolo via Bergognone – Milano
elita EXTRAS’MALL Design Week Special Edition
h 10:00 – 21:00
Free entry

ELITABAR
Via Corsico 5 – Milano
h 17:00/02:00
Free entry

TEATRO FRANCO PARENTI – different areas
Via Pier Lombardo 14 – Milano
h 19:30/00:30

OBJET TROUVÉ – ARIANNA VAIRO exhibition

Sala A MADAM:
BLACK MIDI MUSIC exhibition and performing music

Sala Treno Blu RETHINK DEEP
“An immersive mirror box” – MARCO KLEFISCH for INTERNET EXPLORER interactive exhibition

Sala Bianca D CASA
Everything is Design – exhibition

Main Stage
Erbamatta Wallpaper by Lorenzo Palmeri exhibition

Martedì 8 aprile

GAM / PAC – PADIGLIONE D’ARTE CONTEMPORANEA
via Palestro 14 – Milano
20:30 – 21:30 TONY ALLEN (NGA)

PAC
“ESTOY VIVA”
20:30 – 23:30 Regina Josè Galindo – exhibition

GAM
“YEAR AFTER YEAR Opere su carta dalla UBS Art Collection”
20:30 – 23:30 curated by Francesco Bonami – exhibition

GIARDINI DI VILLA REALE
via Palestro 16 – Milano
Biglietti (www.mioticket.it/elita)
20:30 – 21:30 PARKER MADICINE & TURBOJAZZ djset (IT)
21:30 – 23:30 MOODYMANN djset (US)

PALAZZO CLERICI
via Clerici, 5 Milano
free entry
19:00 – 22:00
Atelier Clerici Opening Party at Nike Aero- Static Dome 21:00 LAUREL HALO live (US)

PLASTIC
via Gargano ,15 – Milano
free entry
Vernissage Plasma (exhibition) NICOLA GUIDUCCI dj set PEAKNICK 

Un’apertura coi fiocchi. Prima una masterclass di batteria al PAC con Tony Allen, pioniere dell’afrobeat, poi una serata eccezionale con uno degli artisti più controversi ed apprezzati della deep house: Moodymann. L’estroso dj statunitense terrà un dj set negli spettacolari e storici ambienti dei Giardini di Villa Reale, mai usati prima per un evento simile, e per l’occasione teatro di una installazione di luci senza fili.

Mercoledì 9 aprile

Presented by Nissan Juke@M2O



TEATRO FRANCO PARENTI
Via Pier Lombardo 14 – Milano
19:30 – 00:00
Biglietti (www.mioticket.it/elita) Main room
20:30 – 21:15 KARMATIC live (IT)
21:30 – 22:00 LEVANTE live (IT)
22:15 – 23:15 OWLLE live (FR)
23:30 – 00:30 CLEAN BANDIT live (UK)

ROCKET
Free entry
Via Alzaia Naviglio Grande, 98 – Milano
room 1
00:00 – 02:00 ANGELO ANDINA djset (IT)
02:00 – 04:00 DJ CASHMERE djset (IT)
room 2
00:00 – 01:30 ELITA SOUND SYSTEM ft DUBMAMA 01:30 – 03:00 HAPPA djset (UK)
03:00 – 04:00 ELITA SOUND SYSTEM ft DAGO

Seconda serata molto ricca, con un grande appuntamento pop al Teatro Franco Parenti, quartier generale del festival: si esibiranno i nostri Karmatic e Levante (con cui faremo presto quattro chiacchiere), la stellina electro-pop francese Owwle e poi gli acclamatissimi inglesi Clean Bandit, finiti in testa a tutte le classifiche grazie alla loro Rather Be. Poi tutti al Rocket, free entry, col dj set dell’enfant prodige Happa. Techno martellante.

Giovedì 10 aprile

Presented by Spotify


TEATRO FRANCO PARENTI
Via Pier Lombardo 14 – Milano
19:30 – 00:30
Biglietti (www.mioticket.it/elita)
Main room
20:30 – 21:30 GIRLS IN HAWAII live (BE)
21:50 – 23:15 WILD BEASTS live (UK)
23:30 – 00:30 JOAN AS POLICEWOMAN (US) live

MAGAZZINI GENERALI
Via Pietrasanta 14 – Milano
Tickets: 20 euro
23:30 – 01:30 LELE SACCHI djset (IT)
01:30 – 02:30 TODD TERJE live (NO)
02:30 – 04:30 JULIO BASHMORE djset (UK)

Ed è giovedì che il DFW9 comincia a sparare i cartuccioni. Si comincia la serata a base di rock, con l’indie dei Girls in Hawaii e poi gli intimi Wild Beasts, ad anticipare la performance della voce ruvida e sensuale della nostra amica Joan as Police Woman, olandese tutto pepe che abbiamo intervistato per voi.
Poi si vola tutti ai Magazzini Generali per l’attesissimo live del norvegese Todd Terje: il suo primo disco, It’s Album Time, è un capolavoro di space disco, fortemente influenzato dalla tradizione italiana, che sarà presentato per la prima volta live in Italia. Dopo, su le mani per uno degli artisti più apprezzati della scena uk bass: quel Julio Bashmore del pezzo capolavoro “Au Seve“. A fare gli onori di casa, uno dei fondatori di Elita, Lele Sacchi.

Venerdì 11 aprile

Presented by Red Bull Music Academy

https://www.youtube.com/watch?v=4JbjRfGYJv0
https://www.youtube.com/watch?v=e_6j2A630_Q

TEATRO FRANCO PARENTI
Via Pier Lombardo 14 – Milano
Biglietti (www.mioticket.it/elita) 19:30 – 00:30
Main room
20:00 – 20:40 THE NIGHT SKINNY djset (IT) 20:45 – 21:30 AD BOURKE live (IT)
21:40 – 22:10 JOHNNY MARSIGLIA, THE NIGHT SKINNY live/djset (IT)
22:15 – 23:15 MADLIB djset (US)

TUNNEL
Via Sammartini 30 – Milano 23:30 – 04:30
Biglietti: 18/15 euro Voyage presents:
23:30 – 04:30 ANDREW WEATHERALL vs EWAN PEARSON djset (UK)

MI.CO FIERAMILANO CITY
Viale Eginardo, GATE 2 – Milano
23:00 – 04:00
Biglietti (www.mioticket.it/elita) “LIFE AND DEATH IN ELITA” – part 1
23:00 – 02:00 MIND AGAINST djset (IT)
02:00 – 04:00 TALE OF US djset (IT)

Q21
via Padova 21 – Milano
04:30 – 09:00
04:30 – 06:00 SKIZZO djset (IT)
06:00 – 09:00 SOMNE djset (IT)

Stanchi? Siamo solo all’inizio. Al Parenti è l’hip hop a farla da padrone, con la prima volta in assoluto di Madlib in Italia. Il rapper statunitense sarà preceduto dalle vibrazioni del trittico d’italiani d’eccezione: The Night Skinny, Ad Bourke e Johnny Marsiglia, per poi lasciare spazio al fenomeno nonpiùpromessa Hudson Mohawke (ex-TNGHT). Oliate bene le giunture, perché le braccia faranno su e giù per un bel po’ di ore.
E prendete un taxi alla volta del Tunnel, dove vi aspetta la classe di Andrew Weatherall ed Ewan Pearson, o alla volta della FieraMilanoCity, per lo showcase della label italiana più forte sulla scena techno: la Life&Death, con Mind Against ed i super celebrati Tale of Us. Dopo di che, se ancora siete in piedi, afterone al Q21. Prendete le vitamine e fate tanto allenamento.

Sabato 12 aprile



TEATRO FRANCO PARENTI
via Pier Lombardo 14 – Milano
19:30 – 00:30
Biglietti (www.mioticket.it/elita) Main room
“LIFE AND DEATH IN ELITA” – part 2
20:00 – 20:50 DEAD HEAT live
21:00 – 22:00 DJ TENNIS djset (IT) feat DWF9 special guest:
22:15 – 23:15 FOUR TET live (UK)
23:30 – 00:30 DAPHNI djset (CAN)

TUNNEL
Via Sammartini 30 – Milano
23:00 – 04:30
Tickets: 18/15€
Le Cannibale presents:
23:30 – 01:30 MARCELLO CAROZZI dj set (IT)
01:30 – 02:30 UABOS djset (IT)
02:30 – 04:30 JOHN TALABOT djset (ES)

CLUB HAUS 80’S
via Valtellina 21 – Milano
23:30 – 05:00
Tickets: 20€
Stardust by Club Haus 80’s presents:
01:30 – 03:30 PSYCHEMAGIK

EAST END STUDIOS
Via Mecenate 86 – Milano
Biglietti (www.mioticket.it/elita)
22:00 – // MAURIZIO SCHMITZ djset (DE)
// – 04:00 SVEN VATH djset (DE)

Siamo quasi alla fine, e che fine. Il penultimo giorno è quello dell’esplosione totale, con una lineup di qualità eccelsa. Si parte al Teatro Franco Parenti ed è subito, ancora, Life&Death showcase. Prima gli italiani Dead Heat (ex-Esperanza),  il padrone di casa Dj Tennis (uno dei fondatori di Elita) e poi la coppia micidiale costituita da Four Tet, live, e Caribou sotto il moniker, più techno, Daphi. Tutti a casa? Il nostro corpo lo chiederebbe, ma è tempo di ascoltare uno fra il balearico John Talabot al Tunnel, Psychemagik nel colorato Club Haus 80’s o il maestro della techno Svën Vath, agli East End Studios.

Domenica 13 aprile

TEATRO FRANCO PARENTI
via Pier Lombardo 14 – Milano
Biglietti (www.mioticket.it/elita) 16:00 – 00:30
Main room
18:00 – 00:30
CREW LOVE ft.
PILLOWTALK live (US)
TANNER ROSS djset (US)
WOLF+LAMB djset (US)
SOUL CLAP djset (US)

Ora sì che siamo alla fine, e che fine. Si festeggia, cocktail in mano e movimenti sinuosi con l’house della Crew Love: facciamo festa insieme a Pillowtalk, Tanner Ross, Wolf+Lamb e Soul Clap. Stile a palate, per chiudere un festival incredibile che, fino ad oggi, ci ha regalato DARKSIDE e Notwist.
Andate (andiamo) tutti a riposare.
Per essere sempre aggiornati sul programma, per conoscere le location ed acquistare i biglietti, visitate il sito ufficiale designweekfestival.com.

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Foto dello scorso anno

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Le illustrazioni di Arianna Vairo, in mostra al Teatro Franco Parenti

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L’installazione Black Midi Music, di cui vi parleremo prossimamente

Elita Design Week Festival 9: il riassuntone

Un sensazionale spettacolo di suoni e luci. Questa la summa del live che i DARKSIDENicolas Jaar e Dave Harrington – hanno regalato al numerosissimo pubblico dell’anteprima del Design Week Festival, appuntamento firmato Elita che si terrà dal 9 al 13 aprile a Milano.
Il duo americano ha saputo regalare un’ora e mezza intensissima, alternando sapientemente momenti più intimi, mentali, psichici a vere e proprie esplosioni di energia e beat che hanno fatto scatenare il numerosissimo pubblico (concerto sold-out).

Un concerto che ha dimostrato la capacità di Jaar ed Harrington di distaccarsi dall’ambiente sicuro delle proprie melodie consolidate, per offrire una corposa reinterpretazione dei propri pezzi, riscritti per adattarsi alla natura dei Magazzini Generali, un club e non un teatro o una sala concerti. Perché la musica dei DARKSIDE, in realtà, è scritta più per la testa, che per i muscoli, ed ammettiamo che ci sarebbe piaciuto ascoltarli con un pubblico più attento e rispettoso, quello che di solito abbiamo troviamo al Teatro Franco Parenti.

Menzione d’onore per il light show creato da Children of the Light, con spettacolari giochi di rifrazione che hanno immerso il duo americano in una luce eterea, vedendoli quasi scomparire per lasciare spazio alla musica. Oseremmo quasi dire che – senza voler destare scandalo – quasi ci hanno ricordato i Pink Floyd, per atmosfere sonore e visive.

Ma le foto di Dario Monetini sapranno sicuramente darvene un’idea migliore.

Ci vediamo il 7 aprile, col concerto di anteprima dei Notwist al Circolo Magnolia.
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DARKSIDE – Design Week Festival 9 Preview

Douglas Hale (@douglashale), da Dallas, Texas, crea sogni. O meglio, traduce i sogni in immagini.

Vi sono tanti modi per dare “forma” ai nostri sogni: scrivendo, componendo sinfonie, dipingendo oppure unendo immagini reali per creare qualcosa di nuovo che sovrasti la realtà stessa. Qualcosa di surreale.  Il collage, in questo caso, sembra fatto apposta per compiere questa coraggiosa impresa: tradurre i sogni.

Douglas Hale svuota corpi umani che riempie con fiori. Il tutto senza snaturare il corpo umano in sé, ma anzi dandogli nuova linfa, nuovo potere e varietà comunicativa. Svuota le nostre menti e le riempie con ricordi che generano ricordi su sfondi eterei: dall’infinità dello spazio alla monotonia del deserto. Ci adagia, in piena fase r.e.m., su uno specchio d’acqua oceanico uniformemente rigato da una leggera brezza. Che però brezza non è, ma un vento potente che ci trasporta su un altro pianeta. Siamo noi, i nostri amici e il nostro cane intenti a guardare la terra e la luna da chissà quale luogo: così lontano ed estraneo e nel contempo così familiare. Calma apparente che fa sudare freddo. Un freddo bollente che nel deserto dei nostri ricordi cancella le nostre sembianze somatiche e le sostituisce con universi, buchi neri, cappelli da cowboy, da poliziotto o, semplicemente, dal nulla.

Douglas Hale ci lancia (insieme ai suoi 11 mila followers) in aria senza gravità all’oscuro di tutto, proprio come l’andamento ignoto di un sogno. Guardando le sue immagini però ci si renderà conto di quale sia il vero messaggio da cogliere e cioè che, paradossalmente, la fantasia è solo frutto della nostra realtà.

In effetti guardare le sue immagini è un po’ come sognare la nostra realtà ad occhi aperti.

Iger of the week: DOUGLASHALE