Douglas Hale (@douglashale), da Dallas, Texas, crea sogni. O meglio, traduce i sogni in immagini.

Vi sono tanti modi per dare “forma” ai nostri sogni: scrivendo, componendo sinfonie, dipingendo oppure unendo immagini reali per creare qualcosa di nuovo che sovrasti la realtà stessa. Qualcosa di surreale.  Il collage, in questo caso, sembra fatto apposta per compiere questa coraggiosa impresa: tradurre i sogni.

Douglas Hale svuota corpi umani che riempie con fiori. Il tutto senza snaturare il corpo umano in sé, ma anzi dandogli nuova linfa, nuovo potere e varietà comunicativa. Svuota le nostre menti e le riempie con ricordi che generano ricordi su sfondi eterei: dall’infinità dello spazio alla monotonia del deserto. Ci adagia, in piena fase r.e.m., su uno specchio d’acqua oceanico uniformemente rigato da una leggera brezza. Che però brezza non è, ma un vento potente che ci trasporta su un altro pianeta. Siamo noi, i nostri amici e il nostro cane intenti a guardare la terra e la luna da chissà quale luogo: così lontano ed estraneo e nel contempo così familiare. Calma apparente che fa sudare freddo. Un freddo bollente che nel deserto dei nostri ricordi cancella le nostre sembianze somatiche e le sostituisce con universi, buchi neri, cappelli da cowboy, da poliziotto o, semplicemente, dal nulla.

Douglas Hale ci lancia (insieme ai suoi 11 mila followers) in aria senza gravità all’oscuro di tutto, proprio come l’andamento ignoto di un sogno. Guardando le sue immagini però ci si renderà conto di quale sia il vero messaggio da cogliere e cioè che, paradossalmente, la fantasia è solo frutto della nostra realtà.

In effetti guardare le sue immagini è un po’ come sognare la nostra realtà ad occhi aperti.

Iger of the week: DOUGLASHALE

Instagram è una miniera: vi si possono trovare delle pepite d’oro, fango, pietre dal valore nullo, zirconi (spacciati per pietre preziose) e diamanti.

Questa rubrica si occuperà proprio di estrarre, tra più di 100 milioni di utenti fissi, i diamanti offerti dalla miniera di immagini più diffusa tra gli smartphone.

In questa prima puntata si punta in alto, o meglio, verso oriente. Protagonista sarà un genio del collage direttamente da Tokyo: Masahiro Sato, alias @qta3.

Il feed di qta3 non colpisce per la media di 9.000 likes per immagine e i 94.740 followers. Colpisce per l’incredibile contenuto artistico.

Le prime immagini delle 825 totali non promettono bene. Solo dopo un po’ ecco spuntare dei primi grezzi collage che, però,  dalla loro originalità fanno presagire qualcosa di unico.

Scorrendo tra centinaia di lavori si assiste ad una vera e propria evoluzione tecnica e stilistica: da ritagli di giornali posizionati su sfondi monocolore si passa la regia al computer, photoshop e, semplicemente, alla follia creativa. Ne vengono fuori delle composizioni oniriche che in un modo o nell’altro sorprendono, sempre.

La perfezione non esiste, ma, paradossalmente, qta3 vi è molto vicino grazie ad un particolate strumento: il caos. Le composizioni sembrano delle istantanee di un brainstorming, o forse di un sogno, di un incubo, di un miraggio, di un pensiero nitido e folle: teste svuotate e riempite da rose color vaniglia, acconciature di bottoni e papillon striati, generali con teste da pappagallo e corna d’alce, ombrelloni su un asteroide con bagnanti anni ’40 al chiaro di luna, una medusa con una lampadina al suo interno che illumina un cielo stellato, scrutato, con impaurita curiosità, da un bambino accovacciato stretto nel suo impermeabile blu. La verità è che si potrebbe continuare così per tutte (o quasi) le 825 immagini che compongono questo feed surrealista e immaginifico. Altra verità è che almeno una volta un igers (neologismo che individua l’utente di instagram) dovrà imbattersi in questi capolavori. Si, si tratta di veri e propri capolavori creati con maestria e apparente casualità. Masahiro Sato plasma nuovi mondi capaci di far vivere nuove sensazioni. Queste ultime date dall’accostamento di immagini (o parte di esse) appartenenti a campi semantici a volte coerenti, altre volte distanti anni luce.

Altre parole sarebbero superflue per descrivere delle immagini che devono essere vissute sguardo dopo sguardo, alla ricerca dei minimi particolari o di un significato comune ad essi.

Iger of the week: QTA3