Questa settimana facciamo di testa nostra, e ci inerpichiamo in una strada a metà fra illustrazione e graphic design. Con un personaggio non facile, forse perché si avvicina a quella tradizione del design della comunicazione che è sempre stata fatta di Maestri e perfezionisti.
Alessio D’Ellena, dalla provincia di Roma, è l’ospite di questa settimana. E capirete le nostre parole una volta visto il nostro logo, un qualcosa esattamente a metà fra illustrazione e design. Oseremmo dire: destabilizzante. Nelle sue intenzioni, infatti, quella chiara di mostrarci il processo che si cela dietro ogni illustrazione, quello che non vediamo, ma c’è.
✔︎ Ciao Alessio, ci racconti brevemente la tua storia? Scegli tu cosa dirci e cosa non dirci.
1985, Frattocchie (RM).
Tecnico industriale, Frascati; Disegno Industriale, Roma; Ied, Roma; Isia, Urbino. Vorrei poter dire che disegnavo fin da piccolo, ma la verità è che giocavo a pallone sotto e dentro casa con mio fratello, e i miei disegni erano imbarazzanti.
✔︎ In chat ci dicevi che non sei propriamente un illustratore. È vero, quindi perché ti stiamo intervistando?
Qualcuno vi ha dato buca.
Non mi offendo eh.
Però sì, non so cosa voglia dire illustrare, forse non mi interessa tantissimo capirlo.
✔︎ Abbiamo visto tanti esperimenti a cavallo fra illustrazione e tipografia. Pensi di aver trovato la formula giusta per farle convivere? Capita spesso che gli illustratori non se la cavino proprio bene coi lettering, e viceversa.
In realtà alcune buone cose ci sono. Ma è vero che la questione meriterebbe un approfondimento, in effetti molti libri illustrati hanno sempre una tipografia tremenda, anzi spesso le parole vengono messe in contrapposizione al disegno e questo è po’ demoralizzante. Per quello che mi riguarda mi sono salvato, la struttura nei miei libri è quasi antinarrativa.
✔︎Parlare di stile con un non-illustratore è difficile, ma se dovessi definire i tuoi lavori in tre parole?
Twee, stento e tormento.
✔︎ In estate sei stato fra i tutor del laboratorio di design X a Castrignano de’ Greci. Ci racconti un po’ cosa avete fatto e la storia della processione in paese?
Il laboratorio aveva propositi interessanti, progettare nuovi strumenti digitali e tipografici. Ho conosciuto persone divertenti e competenti con cui ho condiviso due settimane molto intense.
La processione sembrava suggestiva, ho visto i video, io ero a mangiare i fritti.
✔︎ Per Corraini hai realizzato due libri molto belli, degli Abecedari legati ai luoghi più belli di Roma e Milano. Ci dici i tuoi luoghi preferiti, e quelli che non hai citato (locali, club, negozi)?
Niente club! Centrale teromelettrica Montemartini, che mixa archeologia classica romana e recupero industriale; e la casina delle civette con le vetrate di Cambellotti. A Milano il giardino della Triennale con i bagni misteriosi di De Chirico.
Per i locali: leggi Zero e sai tutto.
✔︎ Domanda culinaria obbligatoria, per chiudere: il piatto preferito da dove vieni, però non dirci la carbonara o l’amatriciana che le conosciamo già bene.
Supplì al telefono, sopra ogni cosa.
Per vedere tutti i lavori di Alessio, fate un giro sul suo sito.
← Nella puntata precedente: Fra le colline di Urbino, Cecilia Negri
I nostri libri per bambini si basano prevalentemente sull’immagine poiché il pensiero dei bambini è prevalentemente ‘visivo’; in essi l’aspetto grafico, l’originalità del segno, il colore, la fantasia, l’alternarsi di reale e magico si propongono di corrispondere ai bisogni più profondi del mondo infantile. Abbiamo cercato di fare in modo che i nostri libri si ponessero in sintonia con questo mondo e abbiamo profuso nel nostro impegno la stessa cura e la stessa attenzione tradizionalmente riservate solo ai migliori libri per adulti.
Questo è ciò che scrive Rosellina Archinto nel 1976, a dieci anni dalla nascita della casa editrice Emme Edizioni da lei fondata e che prende il nome dalla prima lettera di Marconi, il suo cognome da nubile.
Dopo una laurea in Economia a Milano, il matrimonio con Alberico Archinto e un soggiorno a New York – durante il quale frequenta la prestigiosa Columbia University -, torna in Italia nel 1963 e decide di fare libri di alto livello, puntando a un duplice fine: la qualità dell’illustrazione e l’importanza del contenuto educativo.
La convinzione che muove la sua passione è che la letteratura per l’infanzia debba essere una letteratura di serie A, curata con la stessa attenzione e con lo stesso amore necessari all’editoria in genere: questo segna una rottura rispetto a quello che accadeva in ambito editoriale in Italia in quegli anni perché non c’erano proposte di ricerca nei libri per bambini.
L’esperienza della Emme Edizioni si conclude nel 1985, ma restano libri per bambini ai quali hanno collaborato grandi artisti, intellettuali, architetti e grafici come Lele Luzzati, Maurice Sendak, Leo Lionni, Iela Mari, Bruno Munari, Tomi Ungerer, Maria Enrica Agostinelli, Salvatore Gregorietti, Aoi Huber-Kono, Yutaka Sugita, Heinz Edelmann, Michael Foreman, Nicole Claveloux, Mitsumasa Anno, Bob Gill, Eric Carle, Beatrix Potter, Sonia Delaunay, Luigi Veronesi, Emilio Tadini, Giosetta Fioroni, ma anche scrittori come Leonardo Sciascia, Alberto Moravia e Nico Orengo.
Molti testi presenti nel catalogo della Emme Edizioni ora vengono pubblicati dalla Babalibri, casa editrice milanese fondata da Francesca, una dei cinque figli di Rosellina Archinto.
Il 5 novembre a Milano presso Palazzo Reale è stata inaugurata una mostra dal titolo “Inventario. Fra le parole e le immagini di Emme Edizioni 1966-1985”, a cura di Cristina e Francesca Archinto, in cui sono esposti ai visitatori i libri che hanno segnato i vent’anni di attività e i successi della casa editrice. La mostra, che era stata già presentata a Bologna nel marzo di quest’anno in occasione della Fiera del Libro per Ragazzi e che resterà aperta fino al 1 dicembre con ingresso gratuito, consente di riscoprire l’esperimento editoriale all’avanguardia della Emme Edizioni per la qualità di titoli, la modernità e la spregiudicatezza di alcune scelte stilistiche, oltre ad essere uno spunto di riflessione ancora attuale per il nostro tempo.
Spogliatevi di voi stessi per tornare bambini e… correte a guardare questi libri strepitosi anche voi!
Inventario. Fra le parole e le immagini di Emme Edizioni 1966-1985
A cura di Cristina e Francesca Archinto
Prodotta da Tribù dei lettori
In collaborazione con Hamelin Associazione Culturale
Palazzo Reale
Piazza del Duomo, 12 (Milano)
5 novembre – 1 dicembre 2013
Da martedì a domenica 9.30-19.30 (lunedì chiuso)
Ingresso gratuito